giovedì 14 maggio 2009

Tokyo o quarantena?

La sveglia alle 5.00 del mattino per la partenza verso il Sol Levante ci ha reso degli zombi felici. L’esperimento subway per raggiungere l’aeroporto di Beijing ha funzionato, trasporto rapido ed economico ma piuttosto faticoso, vista la mancanza di ascensori e sotto il peso dell’immancabile passeggino. Tuttavia, siamo arrivati in perfetto orario alle partenze internazionali e alla cavillosa trafila per il check-in del bagaglio a mano: ho dovuto bere tutta l’acqua del bicchiere di Alice e buttare la sua mousse alla frutta…poteva essere pericoloso cianuro o dinamite esplosiva? In compenso le lamette da barba sono rimaste nello zaino di Mauri…valli a capire ‘sti terroristi!
Il volo è volato, grazie al film e al cartone che ci hanno resi tutti felici! L’arrivo al Narita Airport è stato il vero impatto con la burocrazia: fogli su fogli da compilare, per non parlare dello scampato rischio quarantena! La simpatica influenza suina esplosa in Sudamerica ha mandato in fibrillante paranoia i già ipocondriaci giapponesi che, bardati di mascherina e guanti, ci hanno visto malaticci e hanno deciso che dovevamo misurare la febbre…Panico! Alla consegna del termometro mio marito ha chiesto dove doveva infilarlo…io un’ideuccia ce l’avevo! Già immaginavo i prossimi tre giorni in pigiama in un ospedale in camera di isolamento, tipo pesce nell’acquario! Invece no! Eravamo stranamente sani e liberi di andarcene! Fiiuuu!!!
Prossima tappa: ryokan Homeikan Daimachi. Una favola, tutto vero: stanza enorme con tatami, tre futon, pannelli scorrevoli in legno e carta di riso, yucata per noi, yucata mignon per la piccola, tavolino basso e servizio da the…Per non parlare del delizioso giardino giapponese! Che incanto…meno incantevole incatenare Alice per impedirle di bucare le pareti di carta!
Dopo il mio selvaggio reportage fotografico, abbiamo lasciato i bagagli diretti verso il quartiere Shinjuku per la visita al Metropolitan Government Office di Kenzo Tange. La vista panoramica dal 45° piano è gradevole ma non così emozionante se paragonata a quella delle Sears Tower di Chicago che era da capogiro! La sera a cena con Marco in un locale giapponese in cui i tavoli sembravano i banchi di scuola delle elementari da quanto erano piccoli e bassi!


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