venerdì 30 ottobre 2009

La città dell'imperatore

PROGRAMMA KYOTO

SABATO 31 October 2009
  • arrivo al Kansai International Airport di Osaka in tarda serata e trasferimento a Kyoto
  • pernotto al Ryokan Sanki, la nostra casetta di carta per tre giorni
DOMENICA 1 November 2009
  • per cominciare un bel bordello, la Sumiya Pleasure House, dove nell’epoca Edo le geishe venivano mandate per intrattenere gli ospiti
  • visita al Nanzenji Temple, un tempio zen, immagine del minimalismo giapponese. All'interno del tempio in un'apposita stanza, è possibile gustare una tazza di the seduti sul tatami
  • nel pomeriggio passeggiata a Pontocho e a Gion, i quartieri in cui è possibile veder passeggiare le ultime geishe del Giappone
  • in serata, dopo la cena giapponese, danza delle maiko al Gion Corner
LUNEDI' 2 November 2009
  • visita allo splendido Kinkakuji, il tempio zen completamente rivestito di foglie d’oro
  • Ryoanji Temple dal giardino zen di sabbia e rocce più famoso del Giappone
  • passeggiata nel quartiere periferico di Arashiyama, che si colora di rosso durante l’autunno
  • in serata passeggiata e cena nel quartiere di Shimabara
MARTEDI’ 3 November 2009
  • passeggiata attraverso i torii rossi del Fushimi Inari Shrine, il suggestivo percorso vermiglio reso famoso dal film “Memorie di una geisha”
  • partenza nel primo pomeriggio verso il Kansai International Airport per il volo di rientro

giovedì 22 ottobre 2009

Una mamma per amica

Andare a scuola in taxi è fuori dalla norma, ne convenite.
Andarci in auto con l’autista è da principini!
Credevo di essere una privilegiata, prendo il taxi anche per andare in bagno.
Invece no. Non c’è limite al lusso… e al rosicamento!
Stamani ho trascorso una piacevole mattinata con Elena, una mamma italiana, conosciuta giorni fa, che porta il suo bimbo, Diego, allo stesso asilo di Alice. E’ il mio mito: due bimbi “made in China” e l’autista privato per ogni evenienza! Così stamani, da vere signore, caffè a casa sua e poi shopping allo Yasho. Elena ha la mia età, vive a Pechino da tre anni e mezzo e sa il cinese quanto basta.
Peccato che a dicembre andrà a vivere in Francia. Una volta che trovo un’amica… C’est la vie!

Sol Levante all’orizzonte

21 Ottobre 2009
Oggi ad attendere Alice una vera sfida in tavola: se ieri se l’è cavata con macaroni and cheese, oggi nel piatto sushi e tempura! Onore al Giappone!
E a proposito di Giappone… Kyoto arriviamooo!
Pensavate che il nostro vagabondaggio fosse cessato? ;-)

Dacci un taglio

21 Ottobre 2009
La mattina è dura alzarsi.
Poi è durissima se a darti il buongiorno è un dentifricio al the verde. Maledetti cinesi. Si può produrre il Colgate al the verde? Colgate: un marchio di cui ti puoi fidare, nonostante l’unica parola leggibile sul tubetto sia, appunto, Colgate. Pensare che ne ho comprati due pezzi credendo che fossero alla menta, un’innocua, innocente e banale menta verde! Invece la perversione dei cinesi non ha limiti e lascia l’amaro in bocca! Tanto vale spazzolarsi i denti con una bella bustina di The Lipton… Del resto la mia inadeguatezza nel fare la spesa è lapalissiana: un cavolo(?) mi è sembrato un cespo di lattuga, un cetriolo si è travestito da zucchina…
Detto questo, il resto in confronto è una passeggiata. Alice si alza, o meglio si trascina giù dal letto, ma poi trova un motivo per vivere nei biscotti-orsetto da pucciare nel latte. Poi si procede con la vestizione e devo dire che l’uniforme da fatina blu agevola non poco i preparativi della mattina. Ultima tappa, la ricerca di un taxi libero nel traffico congestionato delle otto e poi via verso la scuola che raggiungiamo in dieci minuti. Da quando c’è in giro la A/H1N1 i genitori non possono entrare nella scuola e le maestre accolgono i bambini sulla porta di ingresso a piano terra, lo stesso vale per l’uscita. E’ bellissimo, sembra una scuola per grandi!
E come grandi vengono trattati, in nome di Maria Montessori. Solo che i maestri ancora non sanno che hanno a che fare con una bambina che una ne pensa cento ne fa. Ieri hanno giocato a ritagliare la carta e a dipingere. Mi chiama al telefono Lily e appena sento la parola “tagliare” la mia mente va a alla sanguinolenta scena di Psyco. Oddio, ha tagliuzzato qualche bambino? O la maestra? Oppure si è fatta male?
Niente di tutto ciò.
Alice is happy at school but...this morning she tried to cut her hair!
No. Si è solo fatta lo scalpo.
Accidenti, tutti quei bei riccioli! Già pensavo a dove comprare la parrucca (le vendono le parrucche per bambini?), quando poi ho constatato che si trattava di un timido ciuffetto dietro la nuca. Lily, m’hai fatto spaventare per niente!
Alla domanda: perché ti sei tagliata i capelli? l’innocente risponde candida: perché li volevo corti, no?

lunedì 19 ottobre 2009

Salta che ti passa!

Stamani risveglio all’adrenalina alle 7 meno un quarto. Praticamente l’alba per me. Infatti sorgeva il sole, lontano sui grattacieli. Faceva un freddo becco, ma c’era un cielo limpidissimo e un sole accecante… forse perché hanno lavato i vetri.
Comunque l’abbiamo sfangata, il primo giorno di scuola materna è terminato, Alice non ha dato fuoco alla classe e la maestra non mi ha telefonato in preda al panico.
Meno male.
Alice was jumping all day! Ha detto ridendo Lily… poi, tornata seria: She talks chinese! Ecco, ci risiamo. Un’altra che ci casca. Però in effetti, ora Alice è di là che parla con un amico immaginario e dice xiè xiè (ma dice anche thank you… par condicio).
Insomma, saltando saltando siamo tornate a casa e questa è stata più o meno la nostra conversazione:
Mamma: Cosa hai fatto oggi?
Alice: Niente. (un classico dell’adolescenza!)
Mamma: Hai mangiato?
Alice: Non c’era niente (macchie sul vestito confutano la risposta: riso iraniano e pollo al curry).
Mamma:
Sei andata in bagno?
Alice: Sì tantissime volte!
Mamma: Come mai? (ecco sta già male, oddio!)
Alice: Perché mi piaceva moltissimo. Poi c’era un adesivo con un gatto molto monello e molto goloso che voleva mangiare le mamme, i papà e le bambine, in un solo boccone! (il gabinetto degli orrori…).
Mamma:
Hai conosciuto dei bimbi?
Alice: Sì, ma la più monella sono io. (la voce della verità).
Mamma:
Hai dormito?
Alice: Sai che ho fatto la nanna in un lettino bianco con i cuscini verdi. Ma col vestitino blu perché non c’era il pigiamino. Poi abbiamo cantato in inglese e in cinese! (intona una canzone che fa “aosceuuu”).

E su queste tenere note vi saluto.

Primo giorno


domenica 18 ottobre 2009

Punti di vista


Domani è il grande giorno.
Il ricamo del nome ha sempre avuto un non so che di protettivo.
Sarebbe meglio fatto da una nonna.
Sarebbe meglio fatto a punto croce, a mezzo punto, a punto erba.
Sarebbe meglio.
Ma meglio che niente...

sabato 17 ottobre 2009

Pulizie d'autunno


...ops, c'è qualcuno alla finestra!

venerdì 16 ottobre 2009

Cicogne romane...


Buon compleanno a nonno Lino
e
un caloroso benvenuto alla piccola cuginetta Monica!

LuoYang a pieni polmoni

Mentre la mia dolce metà è impegnata con calma zen a sedare la piccola Alice, in attesa dell'avvicinarsi del suo primo giorno di scuola, eccomi nuovamente sul treno, questa volta a LuoYang, secolare capitale Cinese. La città è molto diversa da Pechino e anche se più piccola (i classici 6 milioni di abitanti) è molto più congestionata. Lo smog è a livelli davvero elevati e gli automobilisti, tassisti soprattutto, posano la mano sul clacson in modo così frequente e molesto, che il rumore per strada è assordante. E come se non bastasse ci sono continui scoppiettii misteriosi che ricordano i fuochi d'artificio, anche se il capodanno cinese è ancora lontano. Meno sporca di ZhengZhou, è comunque una città dai caratteri fortemente cinesi. Parlano più inglese le giovani cassiere del McDonald che le receptionist dell'albergo internazionale dove mi trovo, che di internazionale ha solo il nome. Le strade formicolano di biciclette elettriche, carretti a pedali stracolmi di ogni cosa, dalla spazzatura ai generi alimentari, ovunque ci sono banchetti che vendono vestiti, cuociono spiedini, promettono piccole riparazioni o offrono massaggi.
La mattina, in compagnia di Fei e Bai, i colleghi cinesi, abbiamo preso un taxi che ci ha condotto nello sterrato fino al cantiere della nuova stazione, circondata da baracche probabilmente costruite dagli operai che, arrivando da tutta la Cina, si sistemano alla meglio con le loro famiglie. Sul treno ci accoglie subito una spiacevole sorpresa: in attesa di riparare il generatore di corrente di cui è previsto il treno, è stato piazzato un generatore di alternata a scoppio (come i motorini per illuminare le bancarelle nei mercatini, per intenderci) direttamente all'interno del treno, che viene rabboccato periodicamente senza imbuto facendo tracimare la benzina sul pavimento. Tutto questo mi fa riflettere molto su una dote che ho imparato a riconoscere nei cinesi: sono sempre pieni di inventiva nel risolvere una situazione di stallo, nel modo più semplice e rapido, ovviamente senza porsi quesiti sulle conseguenze.
Abbiamo appena terminato il nostro lavoro, quando il monossido di carbonio comincia a farsi sentire. O forse il mal di testa è dovuto solo al fatto di aver saltato il pranzo. Per la cena però Fei ci promette di portarci in un ristorante di cucina tipica dell'Henan, la regione in cui si trova LuoYang. Io sono entusiasta perchè mi piacerebbe imparare ad apprezzare la cucina delle diverse regioni cinese, un po' come conoscere le differenze tra la cucina toscana, romagnola, romana... Fei si fa consigliare dal tassista qualche ristorante locale, anche se durante il tragitto a me sembra che stiano discutendo molto animatamente. Il ristorante è in centro ed è molto famoso, perchè ci vengono molti turisti cinesi, che fanno anche le foto ai piatti. La cucina tipica prevede solo piatti a base di zuppa, molto ricchi e brodosi. Ne prendiamo tre diversi che come usanza vengono messi al centro e divisi. Il gusto è buono, ma cosa c'era dentro? Tofu, peperoncino, verdure, funghi, fegato, cervello ... solo dopo scopro, ma meglio così! Fei, che è un cinese molto tradizionalista, insiste per offrire, visto che ci ha invitati lui, pagando l'intero importo di 4 euro.
Oggi mi aspetta una piccola ricompensa alla dura giornata di ieri. Essendoci un'ispezione governativa sulla linea siamo tutti liberi e con Antonio ci apprestiamo a visitare le famose grotte di Longmen, qui nei pressi.

mercoledì 14 ottobre 2009

Mistero della lievitazione

Eccoci qua, a contare i giorni che ci separano dall’inizio della scuola materna. Eh sì, sembrava non cominciare mai, invece… Oggi, con elegante noncuranza, ho sbattuto sotto il naso della bramosa amministratrice le mazzette di yuan, per saldare l’intero anno scolastico. Peggio di un macellaio col rotolone. Comunque è fatta.
Mi sta salendo un’ansia, un’ansia a forma di torta che mi lievita nella pancia.
Oltretutto mi ritrovo a combattere da sola, visto che Mauri partirà stasera per una settimana a Zenghzhou, dove giocherà con il trenino mentre io, povera tapina, resto qui con la patata bollente. Comunque i miei timori sono alquanto infondati. La piccola, ultimamente, sembra aver perso ogni freno inibitorio (se mai ne ha avuti) e si butta tra le braccia di qualsiasi estraneo dotato di marmocchi. Meglio ancora se dotato di marmocchio + bicicletta. In pochi minuti, la situazione evolve sotto il mio sguardo incredulo:
fase 1. sfoggiare un’irresistibile sorriso
fase 2. sfoderare un improbabile cinese
fase 3. sfilare la bici all’attonito bambino
E il gioco è fatto. Insomma, pare che gli strumenti della sopravvivenza ci siano tutti e vengano adoperati con certosina abilità. Quello che mi preoccupa è l’eccesso di esuberanza misto ad una ostentata sordità al rimprovero. Poco importa se il bimbo cinese, forse afflitto dall’inevitabile sindrome del figlio unico, si mostri impacciato (o per meglio dire terrorizzato) di fronte alle effusioni di Alice. Lei, spavalda, salta sul malcapitato e se lo abbraccia in un tripudio di affetto. Ok, d’accordo, poi gli frega la bici, ma questo è solo un dettaglio…
Che volete che vi dica?
Montessori, facci la grazia!

martedì 6 ottobre 2009

A ciascuno il suo trofeo


Passata la festa gabbato lo Mao.
Siamo tornati alla normalità, se così si può chiamare, ma in giro c’è pieno zeppo di cinesi. Più del solito, anche se può sembrare inconcepibile.
Come avevo accennato, mi sarei calata nella parte e avrei omaggiato la Repubblica Popolare Cinese. Bene, l’ho fatto. Una nuova testa, non di Budda, è entrata a far parte della nostra comunità. Le tarme hanno sconsacrato la mia prima testa di Budda ma non avranno vittoria facile contro la mia Guardia Rossa che, rossa è rossa, ma è anche in fibra di vetro! Una meraviglia. Già me lo vedo in casa a Milano, a corteggiare Penelope, il busto neoclassico.
E non dite che sto creando la galleria degli orrori, perché questa è pop art!
Devo un tantino ammettere che il mercatino di Panjiayuan ci fa perdere la testa.
Maurizio, per non sapere né leggere né scrivere, (e per la verità neppure suonare) se ne è tornato a casa con un sassofono. Sì, avete capito bene, un sassofono.
Non ho potuto obiettare.
A ciascuno il suo trofeo.

venerdì 2 ottobre 2009

Festa col botto


giovedì 1 ottobre 2009

L’Armata Brancaleone


E sole sia! Il miracolo è avvenuto.
Anziché la solita nebbiaccia che da una settimana a questa parte offusca i miei risvegli, un sole caldo e smagliante ha fatto capolino dalla finestra del Jing Guang. Tutto calcolato.
Ho un’idea geniale. Potrei fare la wedding planner e offrire pacchetto completo: bomboniere - abito bianco - fiori in chiesa - luna di miele - sole nel cielo. Basterebbe mettere le mani su quei missilucci, il cui uso sapiente e calibrato renderebbe radioso e perfetto un matrimonio. Altro che sposa bagnata…
Ciance a parte, vi pare che oggi avremmo potuto davvero rimanere in casa a far niente? Col sole poi… Quindi “armati” di macchine fotografiche, passaporti (per l’eventuale arresto) e spirito d’avventura, abbiamo marciato (in taxi) verso piazza Tien’an Men. Tassista, peraltro, poco impavido in quanto, tenendo famiglia, si è rifiutato di sfondare il blocco. Così alla fine, l’armata Brancaleone composta da noi tre, Antonio e la sua amica Maggie ha conquistato solo un magro bottino: vedere i caccia militari sfrecciare nel cielo colorandolo di rosso e giallo. Per il resto, un vero flop. Strade tutte bloccate e della parata neppure l’ombra. Il motto xin ku le (leggi sìncula = lavoro duro... e via quel sorriso dalla faccia!) echeggiava nella piazza, ma noi non potevamo sentirlo...
Meglio ripiegare su una bella pastasciutta alla ‘nduja a casa di Luca.
P.s. il Governo aveva ragione, il Governo ha sempre ragione ;-)