giovedì 25 febbraio 2010

Tutto scorre


Tornati finalmente alla vita cinese, dopo un viaggio di ritorno che fa un baffo a quello di Ulisse. Un viaggio nello spazio, ma anche nel tempo, meteo intendo. Il passaggio dai 35°C di Krabi ai -5°C di Pechino mi ha procurato grandi emozioni, oltre a un meritato raffreddore. In aeroporto a Pechino è bastata un’occhiata a una coppia di cinesi per avere la prima vera avvisaglia dell’inequivocabile rientro nella Terra di Mezzo: entrambi (e sottolineo entrambi) muniti di sciarpa, guanti, cappello di lana, pantaloni lunghi, piumino e… ciabatte infradito! Sbadataggine o genio incompreso? Me lo chiedo spesso da quando ho a che fare coi cinesi… A proposito, ho ripreso il mio corso di hàn yǔ e ora ho due lǎoshī, la cara vecchia Rose e la nuova Susan. La scuola si è popolata di nuovi amanti del mandarino e dalla prossima settimana mi riprometto di approfondirne la conoscenza. Per ora fuggo a casa appena finite le lezioni, per correre a raccogliere i brandelli di ayī, soggiogata da Alice per più di tre ore ogni mattina. Qui merita un cenno il duro lavoro di ayī, reclutata per accudire la piccola in questa settimana di chiusura dell’asilo per lo Spring Festival. La poverina luciderebbe candelabri e lustrerebbe pavimenti con la lingua, piuttosto che sottostare alle angherie della nostra cara figlioletta, ne sono convinta. Per carità, è attenta, dolce e carina e fa del suo meglio per intrattenere Alice, ma manca completamente di quel rigore necessario per tener testa alla scapestrata. Sta mano po esse fero e po esse piuma. Bene, la mano di ayī è SEMPRE piuma. La pargola, in tutta risposta, se la incarta come una caramella, letteralmente. Un giorno ho trovato Alice che, ululando come un pellerossa, avvolgeva la malcapitata nel nastro di una musicassetta, ormai da buttare, of course. La casa è sempre ridotta a un campo di battaglia, ayī arriva la mattina senza un capello fuori posto e va via tutta scarmigliata e rossa in viso. Mi sento in colpa, fortuna che lunedì riapre la scuola. In un paio di occasioni Alice ha davvero esagerato e ci ha fatto passare dei brutti quarti d’ora.
D’altra parte la vocazione è quella: Mamma, ho deciso cosa voglio fare da grande.

La strega.

venerdì 19 febbraio 2010

La farfalla del mare


Buon compleanno ad Andrea

giovedì 18 febbraio 2010

C'è nessuno?


iuuuu???

martedì 16 febbraio 2010

35 anni in costume da bagno


35 anni in costume da bagno. Che non è come 7 anni in Tibet, ma fa comunque la sua sporca figura. Insomma, mi trovo nel mezzo del cammin della mia vita e non posso certo dirmi insoddisfatta. Il giorno del mio compleanno è iniziato col solito snorkeling durato l’intera mattinata. Sono uscita dall’acqua viola e con le rughe, ma non per la vecchiaia come qualcuno potrebbe malignare. Nel tardo pomeriggio botta di vita, anzi botte da orbi per essere pignoli. Mi sono infatti regalata un altro massaggio thailandese in riva al mare, cullata dal tintinnio dei coralli appesi.
Un cielo nero tempestato di stelle ha coperto le nostre serate trascorse in spiaggia a sorseggiare una Singha, mentre Alice riposava nella tenda, vinta dal sole e dal mare. Solo l’ultima sera, per festeggiare il mio compleanno, siamo rimasti tutti e tre al chioschetto sulla spiaggia. Alice ha preferito unirsi a un gruppo di ragazzi e ragazze inglesi che giocavano a carte animando inaspettatamente la loro serata, mentre noi ci siamo accomodati al baretto in compagnia di Pino e di una Piña Colada. Quest’ultima non ha bisogno di presentazioni, il primo invece è uno svizzero di origini italiane, persona di certo spessore e cultura che vive in viaggio la maggior parte della sua esistenza. Curioso il metodo che pone in atto per girare il mondo senza ridursi alla mendicanza. La sua bibbia si chiama Quattro ore alla settimana di Timothy Ferriss e svela il segreto di come lavorare pochissimo ribellandosi al crudele e vecchio sistema “lavoro una vita e poi mi godo la pensione”. La cosa fa un po’ sorridere noi poveri sgobboni italiani vittime del mito del posto fisso, ma a quanto pare funziona… Pino ne è la dimostrazione vivente. Ci ha confessato che in media non riesce a lavorare solo 4 ore a settimana, ma riesce comunque a ritagliarsi alcuni mesi dell’anno per viaggiare per il mondo e gestire da lontano i suoi affari.
Illuminante, se penso a chi diventa grigio a Milano.
Meditate gente, meditate.

Destino crudele

Mamma sono molto triste, vorrei anch’io una casa sulla schiena, come i paguri, così resto a vivere con loro.
Vorrei una conchiglia a punta, tutta rossa.
Invece sono nata umana, oh come sono triste!

Che pagliaccio...


cucu!

Fuga dal mondo


Dopo tante scorribande su e giù per il Mar delle Andamane, il “sospirato riposo” nell’isola dimenticata dal resto del mondo, Laoliang. Solo mare, sole, sabbia e tanti tantissimi pesci, non solo gialli! La nostra casetta è una tenda gigante fronte mare, purtroppo gialla. I nostri vestiti sono i costumi da bagno, a qualsiasi ora del giorno. Qui le temperature sono talmente alte che non esiste l’acqua calda in bagno, né tanto meno serve usare l’asciugacapelli! Laurence, il ragazzo inglese che gestisce il Sea Camping ha una vita invidiabile, trascorre sei mesi sull’isola e sei mesi ad Ao Nang, durante la stagione delle piogge, quando il campeggio viene completamente smantellato. Le giornate filano via in panciolle, tra nuotate nel mare e corse sulla spiaggia all’inseguimento dei granchi. Alice è impazzita di gioia. Appena sbarcati sull’isola è corsa via urlando: vado a scegliere la tenda!!! Come al solito, non ha perso occasioni per farsi buoni amici: Mario, un gioviale italiano e Yoi, una dolce tailandese, hanno giocato a lungo con lei. O meglio, Alice ha giocato con loro e in cambio abbiamo rimediato un invito a Bangkok, dove la coppia vive ormai da anni.
Per quanto mi riguarda, mi sono spuntate le branchie dopo tanto, tanto, troppo, snorkeling. D’altra parte con la barriera corallina a un palmo dal naso e una digita le subacquea in mano… come resistere? Ho nuotato con pesci farfalla, pesci pappagallo, pesci angelo, pesci spero non pericolosi, velenosi o carnivori. A dir la verità credo di aver visto un banco di barracuda, ma non ne sono certa. Ma l’incontro più dolce è stato con tanti piccoli e coloratissimi pesci pagliaccio, piccoli Nemo, abitanti di morbidi anemoni. Alice e papà hanno ammazzato il tempo alla ricerca di paguri, di ogni taglia, colore e conformazione, per poi catalogarli in base alle caratteristiche biologiche. Paguri che ancora oggi ringraziano il cielo per aver avuto salva la vita.
La fauna di Laoliang è a dir poco ricca. Un giorno a colazione un’enorme iguana ha fatto capolino tra le rocce. Niente in confronto al mio varano indonesiano, ma pur sempre un bel lucertolone. Degno di nota anche il comportamento degli umani, di cui una buona parte si è cimentata nel free climbing sulla scogliera. Da brivido, non avevo mai assistito ad una arrampicata. Affascinante, ma non fa per me e per le mie vertigini. Se proprio dovessi attentare alla mia vita, farei immersioni subacquee. Meglio in basso che in alto.
Ma il vero attentato alla nostra vita, in quest’isola, è stato il cibo. Mi spiego. Nessuno è stato male, ma le nostre papille gustative sono ormai brasate. Non sento più i sapori, addio dolce e salato, amaro e aspro, addio anche all’umami. (Umami?) Comunque, mai credere a una graziosa tailandese che ti porge un piatto e sorridendo dice melliflua: a little bit spicy! A casa sua, forse. Nelle mie vene scorre sangue siculo e non disdegno il peperoncino. Ma quando è troppo è troppo! Più di un pasto è terminato con gente che rantolava, ansimava sventagliandosi la bocca, tossiva e lacrimava, profferiva epiteti nei più svariati idiomi alla volta dell’anonimo cuoco. Inutile dirlo, Alice è sopravvissuta grazie al digiuno.
Pazienza, a pancia vuota si galleggia meglio.

lunedì 15 febbraio 2010

Paradise Beach


Pagaia, pagaia, pagaia


Rivitalizzanti dal massaggio thailandese del giorno prima, suonati come tamburi da un’energica donnina, siamo pronti per affrontare l’ultima fatica ercolina del nostro soggiorno ad Ao Nang: la gita verso Hong Island e il giro in kayak della laguna. Pagaiando allegramente con la costante fobia che prima o poi Alice si sarebbe buttata a bagno all’inseguimento di un pesce, abbiamo raggiunto la laguna attraverso un percorso a ostacoli degno di nota. Diligentemente in fila indiana, noi pochi avventurieri, abbiamo affrontato l’esplorazione dell’isola via mare, passando attraverso anfratti tra le rocce, in cui filtrava la luce del sole illuminando l’acqua turchese. Magnifico. Meno esaltante la laguna, un enorme bacino d’acqua alta pochi centimetri con qualche mangrovia sulle rive. Con la bassa marea la laguna si svuota completamente e rimane piena solo di granchi.
Strabiliante invece la spiaggia di Hong Island, dove siamo riusciti ad approdare sani e salvi dopo il giro in canoa fatto in solitaria, mentre i nostri compagni completavano la circumnavigazione dell'isola. Il capofila, che sbadato, aveva omesso di dirci che la marea stava salendo e di fare attenzione alla zucca passando sotto le rocce. Poco male, ce ne siamo accorti da soli, fortuna che siamo bassi. Baciata la terraferma, fatti i dovuti ringraziamenti al dio del mare, siamo ripartiti poco dopo alla volta di Paradise Beach, per il pranzo sulla spiaggia.
Come dice la parola, il Paradiso.

The Beach


Avrei voluto fare la turista alternative e snobbare l’hollywoodiana Phi Phi Island, ma con che coraggio? Quindi, con la dovuta rassegnazione del caso, pronti ad affrontare a testa bassa la vista di un paradiso perduto, sciupato dalle folle, fagocitato dal turismo, siamo partiti alla volta della spiaggia di Di Caprio.
Prima tappa: Bamboo Island. Da sogno, un venticello fresco, una distesa di spiaggia bianca deserta, un mare turchese, un cielo blu accecante. Uau.
Poi, tutti in carrozza, o meglio in motoscafo, e si sfreccia finalmente verso Maya Bay. Via, alla fine non così deludente, pensavo peggio. Se si zooma molto, si ha l’inquadratura rapida e il dito veloce, si riesce persino a fotografare la baia senza essere impallati dalle chiappone di una tedesca. Ma non è facile, lo garantisco. Ad ogni modo, se non c’è la chiappa c’è la chiatta, la barca, il motoscafo, il traghetto, il transatlantico di turno che entra o esce dalla baia, tanto per movimentare la scena.
Tutta colpa di Leonardo.

Cast Away


Bamboo Island

Pesciolino tra i pesciolini


…Tutto bagnato è molto meglio credi a me
Quelli lassù che sgobbano
Sotto quel sole svengono
Mentre qua sotto
Ce la spassiamo
In fondo al mar!
Qua giù tutti sono allegri
Guizzando di qua e di là
Invece là sulla terra
Il pesce è triste assai
Rinchiuso in una boccia
Che brutto destino avrà
Se all'uomo verrà un po’ fame
Il pesce si papperà !...

Le isole delle meraviglie


Il viaggio di partenza da Pechino si preannuncia piuttosto lungo, un intera giornata trascorsa tra voli in aereo e spostamenti in macchina. Alice ha ormai una pellaccia dura da viaggiatrice anche se durante i decolli e gli atterraggi i suoi pronostici sono sempre nefasti: ora cadiamo nel mare, ora l’aereo va a sbattere. Eccetera. Eccetera.
Siamo vivi per miracolo.
Pronti ad affrontare il primo giorno di tour, con sveglia all’alba. Occhi sbarrati già dal primo sole, vista l’eccitazione per la gita che si rivelerà forse la più bella di tutte. Destinazione le 4 isole, koh Tup, Chicken Island, Koh Poda e Railey Beach.
Koh Tup lascia a bocca aperta. Un vero stordimento. Con la bassa marea una sottile lingua di sabbia bianchissima consente di camminare tra le due isolette. I pesciolini, sempre gialli con sommo dispetto di Alice, sguazzano felici tra le nostre gambe a riva. Credo siano addomesticati. O addestrati, non saprei.
Gli stessi pesci e pesciolini ci attendono per lo snorkeling al largo di Chicken Island, così chiamata per la sua buffa conformazione a collo di gallina. Alice, che non si tira indietro a tuffarsi in alto mare, è stata molto occupata in due mansioni:
1. sfamare i brutti pesci gialli con fette di pane che hanno il sinistro effetto di affollare il mare ai limiti di una pescheria esotica;
2. cercare di affogare i genitori tappando, con le manine sante, il boccaglio.
Primo obiettivo fallito, in quanto i pesci, lungi dall’essere sfamati da ridicole briciole di pane, si sono accaniti su di me e sulla mia fotocamera subacquea, dando un valido contributo per il perseguimento dell’obiettivo n°2.
Non trattandosi di piraña, la gita è continuata senza ulteriori spargimenti di sangue, alla volta della splendida Koh Poda. Un bellissimo pic-nic sotto gli alberi sulla spiaggia e poi in acqua, sotto un sole cocente, tra le variopinte e pittoresche longtail boat tailandesi. Anche qui paesaggio da urlo.
Ultima tappa, l’affollatissima Railey Beach. Difficile trovare la poesia in quella che dovrebbe essere una delle spiagge più belle del mondo, quando per guadagnare un metro quadro di spazio per stendere l’asciugamano tocca calpestare corpi umani più o meno inermi. Per consolarsi si può dare un’occhiata alla Tham Phra Nang, la Cava della Principessa. Ma attenzione, spettacolo per soli adulti. La cava straripa di falli di legno! La leggenda vuole che un’imbarcazione reale che trasportava una principessa indiana affondasse qui nel terzo sec A.C. Lo spirito della principessa annegata andò a abitare la cava, concedendo favori a chi la onorava. I pescatori locali, mussulmani e buddisti, pongono nella grotta falli di legno intarsiati, quali offerte nella speranza che lo spirito conceda una pesca abbondante.
Strano modo di onorare una principessa, non credete?

domenica 14 febbraio 2010

Tigre o cigno?


Buon San Valentino caramelloso a Valentina.
Buon Anno della Tigre a tutti.

sabato 13 febbraio 2010

Al di là dei sogni

Al di là di ogni aspettativa.
Un viaggio travolgente, accecante, assolato, assolutamente indimenticabile.
Ammetto che nutrivo grandi aspettative per questa nuova avventura, progettata con la solita dedizione ma con un pizzico di sogno in più. Torno, con la nostalgia di ripartire. Certo, le gite giornaliere verso queste isole da sogno sono un incrocio tra Gruppo Vacanze Piemonte e la discesa degli Unni, con le barche che rigurgitano turisti sulle spiagge e scandiscono senza pietà i ritmi della giornata di tutti. L’affanno da “toccata e fuga” assale immediatamente e stare in spiaggia con l’occhio alle lancette di certo non rilassa. D’altra parte, mi sono lasciata prendere dal fascino dell’ignoto: se quest’isola è incantevole, chissà come sarà la prossima! Scoprire nuove isole e nuove spiagge una dopo l’altra, una più bella dell’altra trascina in un vortice di ingordigia, in un’irresistibile viaggio allucinogeno - balneare. Non basta mai.
Alice poi, ha dato il meglio di sé. Acchittata col suo inseparabile “costume con la gonna a cuoricini”, armata di paletta e secchiello ha scandagliato tutte le spiagge, giocato con CHIUNQUE parlasse italiano, molestato un numero discreto di granchi. Difficile, ma non impossibile, trascinarla nella sabbia per rimetterla in barca in cerca di nuovi lidi. Divertente guardarla destreggiarsi nell’acqua alta in mezzo a banchi di pesci tropicali (addirittura gialli!).
Alla fine il turismo di massa è un'altra cosa, Krabi non è Rimini. Per ora.
Nota:
Mentre scrivo sono bombardata dai botti del Capodanno Cinese, solo in parte attutiti dalle spesse vetrate del grattacielo. Ma io dico, manco il re del Brunei si sognerebbe di profondere tante risorse per fuochi d’artificio che vanno avanti da stamani, ininterrottamente. All’inizio erano solo esplosioni sporadiche. Pari a dinamite, ma comunque sporadiche. Ma dalle 2 del pomeriggio fino ad ora (e sono solo le 21:30) non c’è sosta tra un botto e l’altro e il cielo di Pechino è tempestato di fiori luminosi, un po’ appassiti se vogliamo. Eppure li hanno inventati loro…
Insomma, tanto rumore per nulla, diceva qualcuno.

Stunning...


martedì 2 febbraio 2010

Smeraldi nel Mar Andamano

PROGRAMMA KRABI
MERCOLEDI’ 3 February 2010
  • partenza da Beijing alle ore 8:00 del mattino e arrivo al Phuket International Airport alle ore 17:25, con scalo a Hong Kong. Trasferimento ad Ao Nang e pernotto al Tropical Herbal Spa And Resort.
  • buon compleanno ad Arbè!
GIOVEDI’ 4 February 2010
  • gita giornaliera, in barca tradizionale tailandese, a Koh Poda, Koh Tub, Koh Kai (Chicken Island) e Railey beach. Spiagge bianche come lo zucchero a velo e ottimo snorkeling.
VENERDI’ 5 February 2010
  • gita giornaliera, in barca veloce, a Phi Phi Island, per visitare Viking cave, dove i pescatori raccolgono i prelibati nidi di rondine, e Maya Bay, resa celebre dal film The beach. Visita alla vicina Bamboo Island, una piccola isola deserta dalle bianche spiagge incontaminate, un’area fantastica per lo snorkeling nel meraviglioso “giardino di coralli”.
  • massaggio thai, gentile omaggio della casa.
SABATO 6 February 2010
  • gita giornaliera, in barca tradizionale tailandese, a Ko Hong, dove altissime scogliere a strapiombo sul mare racchiudono preziose lagune turchesi, da esplorare in canoa. Pranzo sulla spiaggia, barbecue di pesce pescato da noi (si spera).
DOMENICA 7 February 2010
  • sveglia nel primo mattino e trasferimento alla lontana isola di Lao Liang dell’arcipelago Petra, un gioiello nascosto del Mar Andamano, al confine con la Malesia. Un’isola deserta, sconosciuta alla folla dei turisti, dove l’unica possibilità di alloggio è il Sea Camping direttamente sulla spiaggia!
LUNEDI’ 8 February 2010
  • giornata di esplorazione dell’isola, a piedi, a nuoto, in canoa…
MARTEDI’ 9 February 2010
  • il mio primo compleanno al mare!
    Gita all’isola di Ta Kiang, a soli 15 minuti di barca da Ko Lao Liang. Isola con spiagge di sabbia bianca e rocce nere e con possibilità di ottimo snorkeling.
MERCOLEDI’ 10 February 2010
  • trasferimento in tarda mattinata a Phuket e pernotto al Dara Hotel.
GIOVEDI’ 11 February 2010
  • in tarda mattinata partenza per Hong Kong, arrivo alle ore 17:00 al Hong Kong International Airport e disbrigo della pratica del Visto per l’entrata in Cina. Pernotto al Mingle Place on the Wing
VENERDI’ 12 February 2010
  • giornata a spasso per Hong Kong
  • volo di rientro e arrivo a Beijing in tarda serata
E ora un bel falò di sciarpe, guanti, cappelli, cappotti...

lunedì 1 febbraio 2010

Figaro qua Figaro là

Venerdì scorso l’ultima lezione prima della pausa per il Capodanno cinese e prima dell’imminente fuitina per il solito rinnovo del Visto. Ultima lezione dedicata al “taglio all’ultimo grido”, ossia “tutti dal parrucchiere”. Taglio, colore, permanente, riccioli, balsami e acconciature, nulla ormai ha più segreti per me. Che tu abbia cháng fà (capelli lunghi) o duǎn fà (capelli corti) oppure una bella jiǎ fà (parrucca) puoi varcare la soglia di un Figaro dell’Est (lǐ fà shī) ed esclamare: non toccare la mia liú hǎi, ossia giù le mani dalla mia frangetta!
Per quanto folcloristica ed esilarante, credo che questa lezione non mi tornerà molto utile… E’ già abbastanza complicato comunicare con un parrucchiere italiano, figuriamoci con uno cinese! D’altra parte durante la dinastia Qīng il taglio dei capelli era di cattivo auspicio per la buona sorte della dinastia, così le donne non tagliavano per tutta la vita i loro lunghissimi capelli neri.
Perché dovrei farlo io?