giovedì 27 agosto 2009

I feel so blue...


Oggi sono un po’ abbacchiata.
Stanno calando sensibilmente le probabilità di rimanere a Pechino. Maledetta burocrazia. Se non otteniamo una risposta in tempi brevi dovremo cominciare a far le valigie. Non certo prima dell’attesissimo arrivo di Ziavale (don’t worry!). Uffa, ora che mi stavo appassionando alla ricerca della scuola giusta…Va beh, prendiamo quello che viene…filosofia zen. Alla fine è stata comunque un’esperienza fuori dal comune, anche se dovesse finire oggi.
Certo che avrei voluto almeno imparare il cinese…Ecco il mio nutrito vocabolario messo a punto in quasi 5 mesi:

nǐ hǎo = ciao

xiè xiè = grazie

yī zhí zǒu = andare avanti dritto (per incitare il tassinaro che non sa la strada)

jingguang zhōng xīn = Jing Guang Centre (per riuscire a tornare a casa)

zài lái yí gè = ancora una…(indicando la birra)

yī = uno

èr = due

sān = tre (anni di Alice)

bā = otto (e qui mi fermo coi numeri, sono onesta)

huì zhàng = il conto (al ristorante)

fā piào = fattura, ricevuta

e per finire la più utile e la più vera delle frasi:

dǒng = non capisco!

Mmm, direi che il linguaggio è un tantino da perfezionare.
Però ho imparato a contare con una mano.
Devo escogitare qualcosa per rimanere.

mercoledì 26 agosto 2009

Vita pechinese

Siamo tornati da Bali da una decina di giorni e già abbiamo prenotato la prossima uscita! Sto cominciando a soccombere in questo turbinio di vacanze…per carità, non mi lamento, ma è un lavoro! Mi sento un po’ Syusy Blady: l’ho invidiata tanto in passato e ora vivo come lei…a parte le telecamere (per fortuna). Nel frattempo, tra un viaggio e l’altro, la nostra vita pechinese continua. Ultimamente siamo stati a vedere uno spettacolo di Kung Fu al Red Theatre: cinesi che si spaccavano tavolette di ardesia sulla capoccia, si sdraiavano su letti di chiodi, venivano sollevati con lance infilzate nell’ombelico. Tutto ciò aveva un che di comico, non so…
Altra bella esperienza orientale è stata una domenica al City Seaview, una sottospecie di parco acquatico cinese con gli scivoli, la piscina con le onde e la sabbia. Detta così sembra un posto fantastico, in realtà è una discutibile imitazione del mare, con tanto di palme di plastica: molto molto cinese, troppo troppo cinese! Diciamo che gli standard europei sono un filino superiori! Basti pensare che la sabbia (un po’ troppo marroncina, ora che ci penso!) è usata come sabbiera dai candidi fanciulli cinesi!
Un sabato mattina, invece, ci siamo regalati la visita del Museo di Scienze Naturali, anche qui grandi aspettative un tantino deluse, in verità. Se fossi vissuta negli anni Settanta in Italia forse avrei visitato un museo simile: dinosauri robottoni con rumorosi meccanismi di movimento azionati da fili elettrici scoperti, tutto in assoluta sicurezza, insomma! Continuo a ripetermi che siamo in Cina, ma certi giorni proprio me ne dimentico…La fauna in visita al museo era più interessante della fauna esposta! Con tutto il rispetto per il popolo d’Oriente ma, ditemi voi, si può entrare in un museo in braghe corte, calzini, mocassini, e canotta bianca arrotolata fin sotto le ascelle con la panza in bella mostra? Giorgio Armani sarebbe svenuto per lo shock.
Infine l’ultima cineseria che ci ha allietato è stato un bel pranzetto domenicale condiviso con i colleghi italiani e cinesi di Mauri. Saletta privata, cucina tipica dell’Inner Mongolia con annesso spettacolino cantato e suonato. Un vero spasso e alla fine ci siamo alzati da tavola con la pancia farcita di anatra alla Pechinese!
Tra Kung Fu, nuotate, panze al vento e anatre, continuiamo ad arrovellarci sulla scelta della scuola materna, con le idee sempre più confuse e il cervello sempre più in pappa! Forse pretendo Harvard ma la scelta sta diventando ardua! Oltre i primi due asili di cui ho già parlato, ne abbiamo visitati altri tre. E ci piacciono pure, non fosse per alcune grosse perplessità…
La 3e International, da noi ribattezzata il Liceo Linguistico, è una scuola bilingue “coi muscoli”, gestita da una brizzolata Anne, professoressa universitaria dell’Università del Michigan. Qui gli spazi sono meravigliosi, le aule spaziose e luminose, col proprio bagnetto, arredo in legno chiaro, grandi finestroni affacciati sul giardino della scuola e sull’adiacente Side Park. Giardino in cui si trovano giochi, tricicli, un recinto con la sabbia, e l’orto gestito dai bambini! L’obbiettivo primario di questa scuola è impartire la lingua, anzi le due lingue, a tutti i costi: la mattina l’inglese e il pomeriggio il cinese, fifty-fifty. E gli insegnanti si applicano con ogni mezzo, compresa una fornitissima biblioteca di libri per bambini, con angolo lettura morbidoso. Si ha l’impressione di essere già in una scuola elementare e questo mette un po’ soggezione! La prof.ssa ha insistito molto sull’apprendimento linguistico attraverso un approccio western condiviso anche dalle insegnanti cinesi! Ma perché? Dobbiamo forse temere l’approccio eastern? A quanto pare sì! Un tempo nelle scuole cinesi i bambini si disponevano in ordinate file di banchi, la maestra impartiva la lezione e l’alunno meritevole veniva lodato, quello pelandrone veniva denigrato e deriso davanti alla classe. Non so voi, ma a me ricorda tanto la scuola italiana, perlomeno le mie elementari…altro che cinesi, tutto il mondo è paese!
Insomma in linea di massima il Liceo Linguistico è molto valido, peccato non sia una scuola montessoriana…Devo confessare che mi sono informata un po’ su questa signora del ‘900 e mi sono lasciata completamente affascinare dal personaggio e dal metodo!
La The family Learning House, invece, è una scuola montessoriana in un edificio favoloso! E’ molto vicina a casa nostra, nel cuore del CBD. Gli interni sono tutti bianchi con pavimenti in legno scuro e le aule, ricchissime dei materiali Montessori, sono enormi, luminose e affacciate ciascuna su un proprio giardino erboso. Anche qui giochi e orticello. L’arredo, le sedie, i tavolini, non sono altro che mobili cinesi tradizionali in miniatura dipinti di bianco, di gusto eccezionale. Chi mi conosce sa che queste cose solleticano il mio "io" più frivolo! Ma la cosa impressionante è il loro programma didattico, dettagliato fin nei minimi particolari, in cui nulla sembra essere lasciato al caso. La mattina applicazione del metodo Montessori in lingua inglese, pranzo, gioco all’aperto, nanna, pomeriggio chinese art (musica, arte e balletto). Ogni mese c’è un tema culturale svolto in cinese, che riguarda una nazione: ad esempio, settembre è il mese della Cina, ottobre America, dicembre sarà il mese dell’Italia…E qui si sbizzarriscono con canti, strumenti musicali e cibi tipici di ogni nazione. Dai noodles alla pizza, il tutto fatto dai bambini! Ogni ultimo venerdì del mese, infine, gita in Pechino: alla stazione dei pompieri, in piazza Tian'anmen, al museo della scienza, in fattoria…
Che ve ne pare?
Questa scuola sulla carta è PERFETTA, troppo perfetta, sinistramente perfetta!
Infatti, indagando un po’, abbiamo scoperto la trappola: il fondatore appartiene alla comunità Bahai, una religione monoteista che conta 7 milioni di fedeli sparsi in tutto il mondo, che professa principi morali peraltro condivisibili: le cosiddette Virtù. Fratellanza, gentilezza, altruismo, generosità vengono impartite ai bambini attraverso storielle e canzoncine. Per carità, tutto molto etico, ma si tratta di educazione morale o di lavaggio del cervello? Siamo di fronte a educatori o a sciroccati? Potete capire che un po’ di brividi giù per la schiena mi sono corsi…
Accidenti, e pensare che questa scuola, che chiameremo La Setta, era la mia preferita!
Last but not least, Mammolina: la posso definire, senza timore di smentita, la Scuola Montessori per eccellenza, la migliore! Villetta, una vera e propria “casa dei bambini”(vedi filosofia Montessori), con una sola aula per bimbi dai tre ai sei anni, articolata in angoli dedicati alla matematica, le scienze, la scrittura, il disegno. Il tutto dotato degli autentici e originali materiali Montessori. Vetrate a tutta altezza sul giardino, una piccola veranda ottagonale per la lettura, incantevole…Scuola meravigliosa, fantastica, diretta da una persona eccezionale con cui abbiamo chiacchierato amabilmente tutta la mattina, ma…c’è sempre un ma! E’ infognatissima, oltre il 5°anello, facciamo prima a tornare in Italia che ad andare a prendere Alice a scuola! Possiamo spendere 20 euro di taxi al giorno e perdere 2 ore di tempo per accompagnare Alice all’asilo? Forse no…Addirittura la direttrice ci farà avere un preventivo con tanto di auto privata con autista e ayi, per portare Alice all’asilo, andata e ritorno…Ma ho voglia di trasformare la mia bimba in un pacco da recapitare? Forse no…
Perciò, tirando le somme, liceo linguistico, la setta e il pacco postale: questi sono gli scenari che ad oggi ci si prospettano. Aiutooo…ho bisogno di riflettere!
P.s.: quasi dimenticavo, rosiconi: la nostra prossima meta è Koh Samui, Thailandia.

venerdì 21 agosto 2009

Nel blu dipinto di blu


Con un sorriso negli occhi Alice vi saluta dalla favolosa Bali.

Pescatori della domenica


Pescatori della domenica, o meglio del martedì mattina all’alba quando l’intrepida famiglia Zamparelli è in piedi, arzilla e fremente e pronta per affrontare i flutti marini, sognando una pesca miracolosa. Eh sì, troppo spaparanzo, troppo relax, come movimentare una serena vacanza? Lavorando in miniera? Spurgando fogne? Nooo, meglio alzarsi alle 4.00 del mattino per una bella uscita di pesca sul variopinto catamarano balinese. Peccato che le condizioni atmosferiche di quella notte non fossero proprio eccellenti: un vento che spirava a mille nodi increspava “leggermente” il mare e una serie incessante di simpatiche onde ci infradiciava fino alle ossa. Cos’è quel sinistro brillio negli occhi del pescatore che ci guida? Follia? It’s not dangerous, these are small waves! Vi assicuro che essere fradici con indosso una felpona pesante non è affatto gradevole e quando tutto ciò accade nella quasi totale oscurità ti sorge il dubbio che il pescatore sia un feroce assassino senza scrupoli! Ma è nei momenti peggiori che affiora la tempra del lupo di mare: la piccola Alice ha affrontato stoicamente le intemperie e le sue uniche lapidarie parole sono state: questo mare è molto monello. Insomma, tutto è bene quel che finisce bene. Dei pesci, chiaramente, manco la puzza. In compenso lo spuntare del sole arancione ha riscaldato i nostri cuori umidicci…

Il cielo in una stanza


Quando sei qui con me
questa stanza non ha più pareti
ma alberi,
alberi infiniti...

Il soggiorno al Bloo Lagoon Resort è stato piuttosto particolare, potrei definirlo “a contatto con la natura”. Mai come stavolta siamo stati all’aria aperta! E non è una metafora: la nostra favolosa casa al mare non aveva le pareti…e voi che criticate il mio loft a Milano senza divisori tra le stanze! Qui si parla di “involucro esterno”, per dirla da architetto! Avete capito bene, no muri, o almeno giusto un paio, tutto aperto, solo una grande e materna copertura balinese in legno e paglia. Quando si dice almeno avevo un tetto sulla testa! Risolto alla grande il problema degli infissi, tutti quei noiosi vetri da lavare…tutte quelle polverose tende da portare in tintoria…ma facciamola circolare ‘sta brezza marina! Cosa sono queste inutili barriere architettoniche, muri, porte, finestre…via tutto! E naturalmente chiappe al vento anche in bagno! Via il muro, via il tabù. Che incanto stare in trono guardando il mare col sole in faccia, che goduria fare la doccia sotto una cascata di fiori e piante rampicanti. E poi quanti amici: ranocchie che saltellano tutte le sere fuori dall’uscio, un gatto arancione ormai di casa, un geco che abita in cucina. Tutto molto bucolico, ma il problema è che quando vieni dalla città ce l’hai dentro, sei marchiato. E allora, mentre ti lavi i denti speri che il prurito che senti non sia un ragnaccio peloso su per la gamba, o mentre fai la doccia ti auguri che il gigantesco bombo nero che ti svolacchia attorno si limiti a succhiare il nettare di quel fiore, o mentre cerchi disperatamente di dormire nel frastuono assordante dei grilli preghi di non svegliarti l’indomani con una rana nel letto! Il pensiero va dritto, non me ne voglia, a mio cognato Marco che a casa nostra (open space, vi ricordo) affronta il sonno con ardore da battaglia: armato di mascherina nera sugli occhi, tappi nelle orecchie e concentrazione zen, lui non si addormenta, cade svenuto dopo ore di insonnia. A me è toccata la stessa sorte la prima notte: avvoltolata nelle lenzuola come un bozzolo ho aspettato che il sonno vincesse l’aracnofobia.

La laguna blu


Acqua turchese e cristallina, sabbia bianca screziata di nero dal vulcano, rocce scurissime, palme e frangipani: questa è la spiaggia al Bloolagoon, in prossimità di Padangbai. Una spiaggia molto bella anche se poco adatta ai bambini piccoli per gli scogli, le onde, le forti correnti, gli squali…no gli squali no…

Terrazza con vista terrazze



Uno degli angoli magici del Michi Retreat.

martedì 18 agosto 2009

Sulla groppa dell’elefante


L’ultimo giorno a Ubud, sempre per scacciare il fantasma della scimmia molesta, siamo saliti in groppa a un elefante, creatura decisamente più ragionevole, docile e flemmatica. All’Elephant Park di Taro abbiamo fatto una silenziosa passeggiata tra palme e banani a dorso del nostro gigantesco Dumbo di Sumatra. Una carovana di elefanti in fila indiana nel cuore della foresta: tutto molto poetico e bucolico, non fosse per le pachidermiche cacche elefantine travestite da noci di cocco!

Bird of Paradise


Foto di famiglia


Mai come in questo viaggio abbiamo seguito alla lettera il fantastico itinerario, la cui elaborazione è costata preziose ore di sonno! I primi quattro giorni il nostro autista Ngurah, Anguria per Alice, ci ha scarrozzato su e giù per Bali e alle visite abbiamo alternato momenti di stravacco in piscina. Perché, non l’ho ancora detto, ma il Michi Retreat è il luogo più magico in cui si possa soggiornare a Bali. E’ qui che piovono i fiori! Fantastico. Ho persino rimediato un massaggio alle essenze, in tarda serata con la luna piena, il canto dei grilli e il profumo dei frangipani…
Il primo giorno è trascorso tra scimmie banane e Legong, il secondo tra scimmie tramonti e granchi sulla spiaggia (o meglio dentro il piatto), il terzo giorno abbiamo detto: BASTA scimmie! Cominciavo ad avere la paranoia da scimmia, il tormento da scimmia nel letto, la sindrome da persecuzione da scimmia, la scimmia da scimmia, insomma. Allora meglio cambiar compagnia: ci siamo avventurati tra i pennuti del Bali Bird Park. Incredibile, una varietà di colori così sgargianti e vivaci da suscitare allegria! I pappagalli ispirano un’immediata simpatia, mi ricordano il buonanima Cocò, il vecchio pennuto parlante di zia Rosa che rispondeva al telefono e si cibava dei polli, suoi cugini. Anche stavolta, come per le scimmie, l’incontro con gli uccelli non poteva rimanere algido e distaccato. Quindi, perché non farsi beatamente ricoprire dagli
uccelli di Hitchcockiana memoria? Alice in visibilio ha conosciuto l’Uccello del Paradiso e ha chiacchierato con i pappagalli. Nel frattempo, il pennuto Conte Ugolino sulla testa di papà Maurizio si è goduto il fiero pasto.

Corpo di mille balene!


lunedì 17 agosto 2009

Danza con me


Bali non è solo un’isola piena di scimmie, per fortuna.
Devo riconoscere che la zona interna, nei pressi di Ubud è estremamente affascinante, non solo per i paesaggi mozzafiato di una natura straripante, ma anche per il florido artigianato e la grazia delle danze. Affamati di folklore balinese siamo riusciti ad assistere ai principali spettacoli nel Palazzo di Ubud, sulla spiaggia di Jimbaran cenando a base di granchio e gamberi e persino a Padangbai negli ultimi giorni al mare! Insomma, vera ingordigia…
La danza Legong è eseguita solo da fanciulle ed è fatta di rapidi movimenti del viso, delle mani, delle dita e soprattutto degli occhi…intrigante ed decisamente graziosa ma se vogliamo anche un po’ inquietante!
Il Barong è, invece, un’orribile e simpatica creatura pelosa, spesso accompagnata da una scimmia (finta), che danza animata da due persone che indossano il costume pelliccioso, estremamente confortevole per il clima di Bali!
La danza Kecak o danza del fuoco, infine, è un coro di soli uomini che, secondo la tradizione, intonano una litania per indurre la fanciulla Saghyang a cadere in trance per ascoltare i desideri degli dei e degli antenati. Questa danza rituale si è tenuta durante il tramonto al tempio Uluwatu mentre Alice cadeva in trance, stordita da tutte ‘ste maschere mostruose!

La Kecak è l’unica danza balinese in cui non si utilizzano strumenti musicali. Di norma, invece, le danze balinesi seguono il ritmo del gamelan, un’orchestra di percussioni che prevede l'uso di strumenti come gong in bronzo e vari metallofoni. Bello, bello, indubbiamente bello, ma dopo un po’ ti rintrona…


venerdì 14 agosto 2009

Dispettosa come una scimmia


Che vacanza! Una vacanza bestiale. E non è una metafora. Animali e bestiette ci hanno accompagnato per tutto il viaggio. In ordine di prestanza fisica: elefanti, scimmie, mucche, un gatto, diversi cani randagi, pappagalli, uccelli del paradiso, parecchie ranocchie, bombi, mosche e zanzare.
E non siamo stati allo zoo…
Abbiamo avuto incontri ravvicinati nella natura selvaggia e prorompente di palme e banani, incontri divertenti, un po’ paurosi, davvero emozionanti.
Il primo giorno a Bali, la scimmietta Alice ha dispensato banane a tutti i macachi della Monkey Forest di Ubud, saltellando impazzita dalla felicità, finché una scimmia impertinente, più sfacciata di lei, non ha pensato di aggrapparsi ai suoi riccioli per dondolarsi un po’! Uno spavento e qualche graffio, poi le due scimmiette hanno fatto la pace! Per tutta la mattina l’ esercito delle 12 (mila) scimmie ha continuato a beffarsi di noi, strappandoci le banane di mano. Se non stai attento, i macachi ti lasciano in mutande!
Anche ad Uluwatu, lo splendido tempio in cima a una scogliera a strapiombo sul mare, siamo stati infestati dalle scimmie, ma questa volta non eravamo noi le vittime delle scorribande. Una scimmia con qualche problema di diottrie, ha risolto la miopia con un bel paio di occhiali da vista, a discapito di una povera e ingenua ragazza! Due baldi giovanotti balinesi, probabilmente abituati a trattare con gente difficile, hanno recuperato il prezioso bottino, seppur rosicchiato dal molesto primate! La malcapitata ha dovuto abbozzare, Maurizio si è messo il Vinavil sulle tempie.

Piovono fiori


A Bali si cammina a piedi nudi e si beve il latte dalle noci di cocco con la cannuccia.
E poi piovono fiori...ci credete?
Una delizia.

domenica 2 agosto 2009

Tra tanti occhietti a mandorla

Alla vigilia della partenza per Bali vi lancio una notizia-bomba-a-mano, così vi sollazzate con le nostre ultime novità! Gli scapestrati genitori Zamparelli stanno cercando una bella scuola materna per la piccola Alice! Sì, avete capito bene, una scuola senza pastasciutta al sugo ma col riso cantonese! Certo, tra tanti occhietti a mandorla spiccheranno gli occhioni blu di Alice, ma sono sicura che quegli occhioni vedranno grandi cose! E allora, cosa c’è di meglio per una bambina di tre anni che giocare con altri bimbi imparando l’inglese e magari un po’ di cinese! Certo all'inizio sarà dura, non lo nego, ma che esperienza impagabile...
Attenzione: nulla è deciso, potrebbero rispedirci a Milano già ad Ottobre e poi…amici come prima! Però noi intanto ci buttiamo avanti, non si sa mai, qui le cose evolvono senza una vera logica.
Quindi, armati di buona volontà, giovedì scorso abbiamo visto due scuole materne, entrambe metodo Montessori. A fatica, abbiamo capito la differenza tra la scuola internazionale e la scuola bilingue. La scuola internazionale è solo in lingua inglese, quella bilingue è in inglese e cinese, parlate in percentuali variabili. La bilingue sembrerebbe essere un gradino superiore, e invece no, perché in pratica è per cinesi che vogliono insegnare l'inglese ai propri figli e, stranamente, costa un po’ meno. Si parla comunque di cifre che viaggiano intorno almeno ai 12.000 euri l'anno!
Ci sono poi diverse cose in comune tra le due scuole:
- la mattina si fanno attività secondo i dettami della scuola Montessori (signora tanto simpatica ma che devo ancora conoscere bene)
- attività all'aperto
- lunch time (no pastasciutta, ribadisco)
- nel pomeriggio, ogni giorno un'attività diversa tra: ginnastica, musica, arte
Insomma, il programma è favoloso, le classi sono da 20 bambini con 4 maestre per ogni classe, un rapporto di 1:5, più accuditi dei piccoli al Nido in Italia!!! La classe in cui andrebbe Alice va dai 3 ai 6 anni, diventerà la scagnozza di qualche seienne cinese!
Giovedì mattina abbiamo visitato la Children's House, scuola internazionale.
Primo impatto bello e brutto insieme: è ricavato da un appartamento a piano terra, quindi pieno di dedali e anfratti, ma le aule, cosa importante, sono molto ampie e luminose. Siamo entrati passando dalla cucina...why? Boh, è un asilo un po’ incasinato come distribuzione degli spazi, e da architetto devo ammettere che ne soffro abbastanza. Per cucina intendo la cucina-gioco! E qui viene il bello: c'erano bambini di tutte le etnie, persino un indiano col turbante, che giocavano a impastare la PIZZA! E la maestra, una pazza inglese, ha catturato Alice che è rimasta a giocare e a divertirsi per più di un'ora dimenticandosi di noi! Nel frattempo abbiamo visto le aule, i bagni e lo spazio all'aperto. Le aule sono proprio come quelle degli asili comunali italiani (e ciò non è bello): linoleum per terra, un gran casino, povere nelle finiture ma ricche nei giochi. I bagni in miniatura sono carini ma l'igiene è alla cinese! Il mocio è lasciato in un angolo alla mercé dei bambini che possono infilzarci gli spazzolini da denti! Il giardino fuori non è proprio da sogno, molto milanese se vogliamo, ma in parte col prato e con tanti giochi, scivoli, altalene...La mensa è esterna e propone piatti in parte cinese, in parte western e, tra le sfiziosità, tofu e japanese style beef! Possiamo scegliere la classe con la maestra madrelingua di origine inglese o con quella di origine americana. Impressione finale: nel complesso positiva! Un ambiente caloroso e accogliente in cui si impara a lavarsi i denti col mocio!
Il pomeriggio abbiamo visto la Etonkids, scuola bilingue.
Probabilmente la direttrice è la Sig.ra Rottermaier e i bambini parlano di nascosto il tedesco (oltre all’inglese e al cinese, of course). Però che spazi e che attrezzature…in Italia ce le sognamo!Le aule (gigantesche) hanno tutto ciò che serve per giocare (?): parquet in noce, tappeti persiani, una gigantesca cucina in miniatura degna della casa di un ambasciatore…Per non parlare della stanza dell'arte: pennelli, barattoli di pittura di ogni genere, cassettiera per i fogli, disegni dei bambini appesi alle pareti con cornici degne della Gioconda!! Saranno state le cornici, ma sembravano opere d'arte astratta...Mi chiedo se i bambini abbiano bisogno di tutto questo, ma sicuramente i miei occhi si sono sollazzati! Poi la stanza della musica, con tanto di tamburelli, maracas e, niente meno, il pianoforte! Infine la stanza della ginnastica dove ballerine in erba possono esercitarsi alla sbarra volteggiare in tutù. Lo spazio all'aperto è piccolo e senza piante, ma raccolto e con i giochini. La mensa è interna ma solo cibo cinese e a volte un po’ spicy, come dicevo no pastasciutta. Questo asilo è vicino a casa nostra e al nostro amato parco Ri Tan. Essendo bilingue, in questo asilo si parla inglese al 70% e cinese al 30%. L'impressione negativa qui è stata la cinesissima direttrice (o chi era) che parlava un inglese biascicato e soprattutto sottovoce! L'avrei presa a testate e quando poi ha candidamente riferito che il programma prevede 1 ora a settimana di visione di un DVD, per poco non passo davvero alle mani. Impressione finale: non so dire. Mi sono piaciuti tantissimo gli spazi, meno l'impatto con la cinesità del luogo. Sulla carta, tra l’altro, questo asilo vincerebbe la partita, però…

Tirando le somme, il primo è un asilo occidentale che vuol essere cinese, il secondo è un asilo cinese con la maschera da occidentale…non so cosa sia peggio ;-)
Sarà una bella sfida!