venerdì 31 dicembre 2010

新年快乐!


domenica 26 dicembre 2010

Natale con i tuoi…


Questo è il nostro secondo Natale cinese. L’anno scorso, come forse ricorderete, il Budda Natale di Luca ha allietato la nostra tavolata di una ventina di scatenati italiani che in terra straniera celebravano "degnamente" il Natale. Quest’anno i nostri compagni di baldoria ci hanno lasciati soli, chi è tornato definitivamente in Italia, chi solo per le feste… Insomma, gli unici superstiti siamo stati noi e Antonio che è stato nostro gradito ospite. Infatti non ci siamo lasciati scoraggiare e la tavola è stata onorata dalla ormai collaudata lasagna rotonda, salame italiano, formaggi francesi, torta con crema pasticcera al limoncello, frutta secca e mandaranci molto natalizi. La mattina alle 6:00 Alice era già sveglia, pronta a scoprire se Babbo Natale avesse bevuto il latte e mangiato i biscotti che gli erano stati coscienziosamente lasciati la sera della vigilia per ringraziarlo delle sue fatiche. Che gioia scoprire tutti quei regali, come resistere alla tentazione di svegliare papà e mamma? Non prima però di sgranocchiarsi il biscotto già morsicato avanzato da Babbo Natale… forse aveva la panciona piena. Come si può facilmente intuire il nostro Natale è cominciato all’alba con un eccitantissimo spacchettamento di regali. Per tutto il giorno Alice non ha indossato altro che il suo nuovo vestito da principessa Aurora… temo che diventerà la sua seconda pelle. Ma la piccola ha apprezzato anche gli altri pensierini di Babbo Natale: un vestitino cinese rosso, una bambola (commento: peccato non sia un bimbo vero!), una famiglia di coniglietti, i trampoli, un abitino in velluto carminio, una zainetto a coniglio e infine le scarpette coi tacchi da principessa che hanno bucato il parquet (per somma gioia del padrone di casa).
Insomma un Natale lieto, ma la nostalgia di casa quest'anno è davvero tanta...

Grazie Babbo Natale


Con largo anticipo rispetto ai bambini italiani Alice ha ricevuto una montagna di regali. Così mentre voi siete ancora tra le braccia di Morfeo, noi siamo qui a spacchettare … vantaggi del Sol Levante!
Buon Natale a tutti!!!

mercoledì 22 dicembre 2010

圣诞节快乐


Babbo Natalina attende trepidante la notte di Natale…

Il miracolo della lievitazione


Accidenti! Manca lo zucchero a velo… come si dirà in cinese???

La fortuna assiste gli audaci

Nulla di fatto, seconda torta, seconda schifezza. E dire che di audacia ce ne ho messa parecchia, ma la fortuna non mi ha assistito. Ora, passi il cinese, lingua ostica un po’ per tutti oserei dire, ma fino a prova contraria l’italiano lo capisco ancora e la parola “istantaneo” mi evoca un qualcosa di immediato, rapido, che non richiede attese. Nulla di più sbagliato. Il mio bel mezzo chilo di “istant dry yeast, levure istantanee, instanthefe, levatura seca istantanea, fermento istantaneo” altro non era che lo stesso identico prodotto già comprato e lanciato nella spazzatura insieme alla prima torta. Non appena ho aperto il pacchetto mi ha preso lo sconforto. Poi ho pensato che ci fosse ancora una via di scampo: lasciare lievitare l’impasto per tutto il pomeriggio e tutta la notte e la torta sarà sublime! Povera illusa. Lievitare ha lievitato, indubbiamente, il problema è stato il sapore di spugna panificata, pure un po’ bruciata. Via nella pattumiera anche la seconda torta. La ricetta dei 7 vasetti per la torta allo yogurt è diventata la ricetta dei 14 vasetti nella mondezza. Sulla mia pellaccia ho sperimentato come qualcosa di terribilmente semplice possa tramutarsi in qualcosa di orribilmente complicato quando si vive in un posto come la Cina dove le mamme non fanno le torte per i propri bambini. Lascio ai posteri questa perla di saggezza: yeast è il lievito per fare il pane o la pizza (mai e dico MAI usarlo per fare un dolce), baking powder è invece il lievito per dolci. A saperlo prima mi risparmiavo una figuraccia, sei uova, e i soldi spesi alla pasticceria francese per una torta (peraltro sublime) dell’ultimo minuto! Ma non c’è due senza tre e alla fine l’ho spuntata. E’ stata dura, ho dovuto girare ben tre supermercati, farmi scrivere in cinese la parola “lievito” (parola trabocchetto dalle molteplici interpretazioni), e per finire ho dovuto “mimare” un forno e una teglia senza peraltro che qualcuno mi capisse. Sì, perché va detto che, in tutta leggerezza, sono andata al Carrefour col preciso intento di comprare, oltre al lievito, una banale teglia da forno, senza conoscere la traduzione in cinese di:
a) forno detto anche 烤箱 kǎo xiāng
b) teglia da forno detta anche 烤盘kǎo pán
c) torta detta anche 蛋糕 dàngāo
Ora, sfido chiunque a chiedere aiuto alle gentili commesse del Jialefu senza usare le suddette parole chiave. Mi sono vista costretta a giocare a Taboo in cinese… Non ho trovato la teglia ma in compenso ho molte nuove amiche al supermercato che si sono divertite tanto. Per la cronaca, l’unica teglia da forno esistente in tutta Pechino era in vendita in un mercato situato ad anni luce da casa mia. Ora è finalmente nelle mie mani e ha già visto cose bizzarre, come la prima “lasagna rotonda” mai sfornata al mondo! Come si dice? Il fine giustifica i mezzi…

Mezzogiorno di cuoco


Ultimamente ci sentiamo davvero a nostro agio in questa Cina che, nonostante le sue molteplici stramberie, ci piace tanto. E abbiamo sempre qualche buon amico intorno, italiano o straniero, stabile o di passaggio. Tra questi ultimi non può passare inosservato il buon Simone da Genova che diceva sempre “prima o poi vengo, prima o poi vengo…” e alla fine è venuto davvero! Così, nonostante un freddo da amputazione degli arti, abbiamo gironzolato insieme per le vie pechinesi alla volta delle principali attrazioni della città che mi sono ormai così familiari. In cambio di un assaggio di Cina Simone ci ha portato un po’ di sapori italiani: pesto di Prà, salame felino, trofie, parmigiano… Ma il vero valore aggiunto è stata la sua insospettabile arte culinaria. Lo sapevo dotato di certa maestria ai fornelli, ma su suolo straniero ha dato il meglio di sé. E così ogni sera ci siamo sbizzarriti in una sinfonia di piatti che mi ha fatto venire una gran nostalgia dell’Italia: pasta al sugo col salame, spaghetti alla carbonara, penne ai peperoni e melanzane, risotto ai funghi (cinesi). Il tutto innaffiato da vino rosso, cinese o australiano. Purtroppo il suo interesse culinario non si limita alla genuina tavola italiana ma straripa verso i gusti più esotici della cucina orientale, verso i reparti inesplorati del Carrefour. Una sera in preda a pura follia, abbiamo comprato l’anatra arrosto, un contorno di melanzane cinesi immangiabili, e frutta condita con maionese che può sembrare disgustosa ma non era malaccio. Per non parlare del morboso e pericoloso interesse di Simone per tutti i dolciumi cinesi o le sottospecie di frutta candita. Credetemi, la plastica gommosa è meno stomachevole. Per fortuna è ripartito, o mi ritroverei di 90 chili. E’ ripartito ma ha lasciato dietro sé un po’ di voglia di sperimentazione culinaria. Così, quale migliore occasione dell’avere ospiti a casa per preparare una bella torta allo yogurt? Non l’avessi mai fatto. Sono riuscita a sfornare la torta più disgustosa mai mangiata in vita mia. E dire che non era facile sbagliare data la facilità di preparazione Ma non è stata colpa mia, va detto. Tutta colpa del 酵母粉 jiào mǔ fěn, il lievito. Ah, come mi manca il caro, buono, innocente Pane degli Angeli! Il酵母粉 invece è diabolico e insidioso. Come potevo sapere che la torta avrebbe dovuto lievitare fuori dal forno per chissà quante ore prima di essere cotta? Il risultato? Una torta cotta fuori, cruda dentro e non lievitata, in poche parole un disastro. Un disastro che si è palesato in tutto il suo orrore solo una volta servito sui piatti degli ospiti, cioè Maya l’amichetta di Alice, e la sua mamma. Ero così contenta di aver fatto la mia prima torta cinese… Ma non mi do per vinta, domani la rifarò, questa volta con una quantità non precisata di un nuovo ingrediente sul cui pacchetto da ben 500gr è riportata in più lingue la dicitura “lievito istantaneo”. Questa volta sarò più fortunata?

Mestieri di strada


Svolti l’angolo et voilà il barbiere pronto al tuo servizio. Taglio, piega, tinta, tutto si può fare, basta mettersi in coda. Mi chiedo solo dove prendano l’acqua per lo shampoo e l’elettricità per il phon. Ma queste sono bazzecole, il vero artista è il dentista di strada: un’estrazione per soli 10 yuan…senza anestesia, naturalmente!

martedì 7 dicembre 2010

Letterina di Natale 2010

SANTA CLAUS
at Santa Claus Village
96930 Napapiiri - Arctic Circle
FINLAND

Caro Babbo Natale,
ti voglio bene. Per favore, mi potresti dare un vestito da principessa? O quello di Aurora o quello di Ariel, ok? Grazie moltissimo, ti mando un cuoricino con gli occhietti e la boccuccia.
Bye, bye!
[mamma, Babbo Natale parla italiano? Allora scrivi "ciao ciao"]
Ciao ciao,
Alice

venerdì 3 dicembre 2010

Saranno famose

Non c’è dubbio alcuno, in Cina può succedere di tutto, anche recitare in un film senza essere attrici! E’ ciò che è capitato alla mia amica ValenCina a cui è bastato avere il contatto di un'amica, mostrare un bel visino occidentale e masticare un po’ di inglese, et voilà… eccola sul set di una produzione cinese. Il famoso quarto d’ora di fama per lei è arrivato a Pechino! Certo non si trattava del Macbeth, piuttosto di qualcosa paragonabile a Un posto al sole, o cose del genere… Ma che importa, lei si è divertita un sacco! Chissà se mai la vedremo sul piccolo schermo cinese, prima di tornare alla nostra vita italiana…
I visi occidentali sono talmente rari che non è raro essere fermati per strada con la proposta di un futuro nel mondo dello spettacolo. Certo la qualità delle produzioni lascia un pò desiderare: in momenti di pura follia mi capita di fare zapping fra i canali cinesi e la scelta spazia dal documentario sull'Inner Mongolia, al telequiz, al dibattito in studio con una Maria de Filippi a mandorla, per arrivare a una sfilza infinita di soap opera in cinese che nulla hanno da invidiare alle performance sudamericane di una Grecia Colmenares, solo che le attrici vestono il qi pao e mangiano con le bacchette. Insomma stessi programmi spazzatura che intasano la tv italiana. Tuttavia, poichè le vie dello spettacolo sono infinite, anche Alice è sulla strada della celebrità. Settimane fa mentre pedalavo con lei sulla via del ritorno a casa, una ragazza mi ha fermata, folgorata dalla bellezza della mia piccola discendente. La tipa, un’agente dello spettacolo di una società di Hong Kong, che non parla una parola di inglese, mi ha rivelato che i cuccioli d’uomo bianco sono rari quanto belli. E così la richiesta della disponibilità a far partecipare Alice a qualche pubblicità o a piccole parti in un film. Perché no? D’altra parte Jodie Foster ha cominciato ben così… Ecco, magari non in Cina.

La Marianna filava la lana


Sarebbe meglio che si tramandasse di madre in figlia, ma anche appresa via web l’arte dello sferruzzare a maglia ha la sua poesia. Soprattutto quando i ferri sono di bambù e la lana viene dal mercato cinese sotto casa. Così, grazie all’aiuto e in collaborazione della fedele ValenCina, come due giovani nonne, ci siamo cimentate nel zhī (lavorare a maglia) usando il máo xiàn (filo di lana) e i zhēn (ferri). Siccome la mia destrezza si ferma al diritto e al punto legaccio, è più semplice che il mio cinese diventi fluente piuttosto che riesca a confezionare un vestitino per Alice prima di Natale. Ma chi lo sa, in Cina succede di tutto…