venerdì 30 luglio 2010

Nella terra dei canguri

Australia
Prima Tappa: SYDNEY
Giorno 1
  • Partenza alle 17:30 per Sydney con scalo ad HK
Giorno 2
  • Arrivo a Sydney ore 11:05
  • Pranzo e sistemazione in Cathie Lesslie Bed & Breakfast , nel pittoresco quartiere Glebe.
  • Nel pomeriggio e in serata passeggiata e cena nel quartiere Glebe
Giorno 3
  • Visita del Royal Botanic Gardens
  • Nelle ore più calde crociera nella baia di Sydney
  • Pomeriggio al Sydney Aquarium
Giorno 4
  • Tutt’intorno e dentro l’Opera House
  • In caso di pioggia visita del Justice & Police Museum
  • Passeggiata nel quartiere The Rock e in Walsh Bay
  • Visita del Susannah Place museum un vecchio edificio del porto trasformato in museo
  • Passeggiata sul Sydney Harbour Bridge
  • Cena nella baia illuminata di sera
  • Eventuale spettacolo all’Opera House
Seconda Tappa: RED CENTER
Giorno 5
  • Volo alle 9:50 per Alice Springs, arrivo ore 12:45
  • Sistemazione in Kathy’s Place bed and brekfast
  • A zonzo per la via pedonale dello shopping, Todd Mall
  • Passeggiata al tramonto a dorso di cammello
  • Cena da Bojangles Saloon
Giorno 6
  • Affitto bici
  • Desert Park, parco tematico dove sono stati ricostruiti tutti gli ambienti del deserto
  • Visita alla Telegraph Station
  • Cena da Overlanders Steakhouse
Giorno 7
  • Mattina passeggiata in centro nelle gallerie di arte aborigena
  • Affitto auto nel primo pomeriggio ore 14:00
  • West McDonnel Ranges, in auto al Simpson Gap e Standley Chasm
  • Cena con Thomas, il compagno di classe australiano di Alice!
Giorno 8
  • Partenza per Erldunda
  • Sulla via sosta a Henbury Meteorites Conservation Riserve
  • Sistemazione in Erldunda Station B&B
  • Visita della tenuta di mandrie
  • Cena in fattoria
Giorno 9
  • Partenza per Yulara nel primo mattino
  • Sistemazione nel Outback Pioneer Hotel
  • Uluru al tramonto
Giorno 10
  • Visita alle Olga Mountains (Kata Tjuta)
Giorno 11
  • Uluru sunrise e walking path
  • Restituzione auto
Terza Tappa: BRISBANE
Giorno 12
  • Mattina relax. Alle ore 13:25 volo per Brisbane via Sydney e arrivo in serata, ore 19:35.
  • Sistemazione in Hope Manor, nel quartiere di Bulimba
Giorno 13
  • La mattina visita della Newstead House, la più antica casa privata di Brisbane
  • Nel pomeriggio passeggiata in centro, King George square, Treasure building…
  • City botanic garden
Giorno 14
  • Visita del Pine Koala Sanctuary dove si abbracciano i koala
  • Pic-nic nel parco con i canguri saltellanti
  • Rientro in città con crociera sul fiume
  • Cena nel quartiere di Bulimba sul lungofiume
Giorno 15
  • Visita dell’Australian Woolshed, un parco tematico sulla rude vita dei coloni!
Giorno 16
  • Escursione a Moreton island, l’isola di sabbia. Vedremo relitti di navi naufragate, il più vecchio faro del Queensland da cui avvistare le balene, i delfini, le tartarughe e le mante. Faremo sand surfing (!) sulle dune di sabbia e un pic nic dopo un bagno rinfrescante nel lago Blu Lagoon.
Quarta Tappa: FIJI
Giorno 17
  • Trasferimento all’aeroporto di Brisbane e volo in partenza alle ore 11:30 per le Fiji
  • Arrivo a Nadi alle ore 17:00 Pernotto al Novotel Nadi
Giorno 18
  • In mattina trasferimento in idrovolante (!) sull’isola di Nacula
  • Sistemazione al Blue Lagoon Beach Resort
  • Spaparanzo in spiaggia
Giorni 19-22
  • Spaparanzo in spiaggia
Giorno 23
  • Spaparanzo in spiaggia
  • Trasferimento a Nadi via mare con Yasawa Flyer
  • Pernotto al Novotel Nadi
Giorno 24
  • Volo di rientro
  • Fine

Down Under

Finalmente è tempo di partire. Era ora, questo caldo cinese ci sta uccidendo, quindi ce ne andiamo al fresco, verso l’inverno australe. Il quinto continente ci attende con le sue bellezze e le sue insidie. I canguri, i koala, i serpenti, i ragni… Ognuno di noi ha le proprie ragioni per spingersi così lontano. Personalmente voglio abbracciare un koala e verificare il senso di rotazione dell’acqua dello sciacquone. Anche Alice ha grandi aspettative: “Prendo in braccio il cangurino piccolino dalla tasca del cangurone.” Speriamo che il cangurone non se ne abbia a male. Bene amici, da domani saremo a testa in giù, non mi resta che augurare buone vacanze a tutti!

mercoledì 28 luglio 2010

La scuola è finita


Ci rivediamo a Settembre! Zai jian! ...anzi sayonara!

martedì 27 luglio 2010

Figaro qua figaro là

Lunedì, per la prima volta, ho varcato la soglia di un parrucchiere pechinese. E ho anche trovato il coraggio di farmi lavare, tagliare, colorare i capelli, vincendo una fobia al limite del ragionevole. Mentre mia figlia qualche giorno fa sforbiciava allegramente (per la terza volta) i suoi capelli creando un estroso quanto asimmetrico carrè, io mi rifiutavo stoicamente di farmi mettere le mani in testa da un cinese. Pare che in Italia si faccia la fila fuori dai Figaro cogli occhi a mandorla e io ripongo così poca fiducia nelle loro forbici? Ma da mesi i miei capelli urlavano pietà, così incoraggiata da Rosanna, ho raggiunto il famigerato salone nel quartiere dell’Ambasciata Russa. Salone che merita una visita, soprattutto se si è sensibili al fascino post socialista. Come sono finita da un parrucchiere sovietico? Il passaparola fa miracoli. Che dire, uno stanzone spoglio, disadorno, muri che implorano una rinfrescata su cui campeggiano indecifrabili dediche in cirillico. E poi i gestori, due personaggi da sitcom di Italia1. Lei una kazaca piccola e scattante, capello rosso fuoco raccolto in uno chignon anni 70. Lui un cinese un po’ palestrato e un po’ gay, dalle unghie lunghe, la mano sicura da chirurgo e una parlantina russa da guerra fredda. Come si può facilmente intuire le premesse non erano delle migliori ma, come si dice, l’abito non fa il monaco... Devo ammettere che il lavatesta esercitava su di me più o meno lo stesso effetto della ghigliottina. Pensavo, sudando freddo, agli effetti devastanti di una decolorazione sbagliata, alle parrucche, alle conseguenze legali. Ero inerme nelle mani del nemico! Invece, il miracolo: la mia chioma è rinata a nuova vita! Dentista a mandorla e parrucchiere bolscevico: Pechino ora non ha più segreti per me.

mercoledì 7 luglio 2010

Misteri cinesi

Nel paese del nonsenso accadono cose strane.
1) Ieri ho visto un cane con le scarpe, lo giuro. Da ginnastica, credo. Ovviamente quattro.
2) Oggi la mia ayi mi ha lasciato un messaggio chiedendomi come si arrotoli il cavo dell’aspirapolvere. Le cose sono due: o ha perso la memoria, o in due mesi non ha mai usato quel dannato utensile della modernità. Propendo per la seconda.
3) Stamani la mia insegnante ha sgranato gli occhi incredula quando le ho comunicato che ahimé, se ne dovrà fare una ragione, in Australia adesso è proprio inverno.
4) Alice mi chiede perché gli squali non mangino il bambù come i panda... Me lo chiedo anch’io.
5) A scuola ci sono un sacco di somari? Non solo, anche conigli, pulcini, papere e una pecora. Nuovi compagni di scuola di Alice in questa torrida estate. Niente panda però, peccato.

giovedì 1 luglio 2010

Cinesi e italiani, due razze un popolo?

Domenica scorsa abbiamo avuto ospiti a casa. I nostri nuovi amici cinesi, Tony e i suoi genitori, si sono accomodati al nostro desco per un pranzo all’italiana, senza troppe pretese lo so, ma pur sempre all’italiana. Nel menù, maccheroni al sugo di olive, pollo infarinato in padella, contorno di purè e per finire anguria (stavolta rossa). Con mio sommo disappunto il piatto forte è risultato essere il purè. Avrei potuto regalar loro due belle buste Knorr, o una scatola intera ma si sa, mai rivelare i segreti dello chef. Ad ogni modo, prelibatezze a parte, la conversazione a tavola è stata a dir poco degna di riflessione. Pare che i cinesi abbiano molti più punti in comune con gli italiani rispetto a quanto si possa pensare. Cinesi e italiani sono caciaroni, urlano dalla finestra per chiamare i bambini, parlano a voce alta, sono legatissimi alla famiglia. Cinesi e italiani amano il buon cibo, sono ospitali e lo stare a tavola è momento di convivialità. Il pranzo è un piacere non solo per il palato, è un momento di condivisione, di scambio di opinioni e punti di vista. Di cosa abbiamo parlato? Intanto del fatto che in Cina le donne, da sempre un gradino sotto gli uomini, ora si stiano emancipando. Mandy, la mamma di Tony, sostiene la teoria per cui le bambine riescono a sviluppare creativamente la loro personalità, sono più intraprendenti e più brillanti perché non soffocate dalla pressione dei genitori che affligge invece i figli maschi, per i quali si hanno indubbiamente maggiori aspettative. Sarà vero? Probabile. Ma il seguente quesito è stato: Alice da grande sceglierà da sola il suo lavoro? Che domande, ovvio! A quanto pare non è poi così ovvio e per la maggior parte dei bambini cinesi non si tratta affatto di una libera scelta. Mai dare nulla per scontato. Neppure alcuni valori universalmente riconosciuti, come la bontà, l’altruismo, la generosità e via dicendo, si possono ritenere validi e del tutto positivi. La scuola montessoriana frequentata da Alice e Tony ha solidi principi morali che non mi sognerei di mettere in discussione, ritenendoli profondamente importanti nell’educazione di un bambino. Ma, come per tutte le cose, dipende dai punti di vista. Io col mio fardello cattolico–democratico accetto di buon grado questi valori e non li ho mai reputati “dannosi” per la formazione di un individuo. Da un’angolazione tutta cinese invece, la scuola Montessori può essere valida fino a una certa età, poi è necessario passare alle “maniere forti”, a un metodo più convenzionale che fomenti la competitività, che rafforzi il carattere, che aiuti il singolo a emergere dalla massa. Ad essere troppo buoni in un Paese di 1.338.383.444 di abitanti cosa ci si guadagna? Nulla, secondo il papà di Tony, semplicemente si rimane schiacciati come poveri perdenti. Anche Susan, la mia insegnante di cinese, mi ha raccontato di come oggi un grosso problema sociale in Cina sia proprio la smania egoistica del benessere, al motto del vinca il più forte. Alla domanda che Susan ha rivolto a suo padre chiedendogli come diventare un persona migliore la risposta è stata: persegui al meglio i tuoi obiettivi personali. Lei stessa ha intuito come il padre, un po’ rassegnato, abbia volutamente tralasciato concetti come l’aiuto al prossimo o la generosità disinteressata. Susan non ha dato ascolto al padre, per fortuna. Ma che ne sarà di Tony? Forse italiani e cinesi non hanno poi molto in comune. O forse i cinesi sono solo meno ipocriti.