mercoledì 22 dicembre 2010

Mezzogiorno di cuoco


Ultimamente ci sentiamo davvero a nostro agio in questa Cina che, nonostante le sue molteplici stramberie, ci piace tanto. E abbiamo sempre qualche buon amico intorno, italiano o straniero, stabile o di passaggio. Tra questi ultimi non può passare inosservato il buon Simone da Genova che diceva sempre “prima o poi vengo, prima o poi vengo…” e alla fine è venuto davvero! Così, nonostante un freddo da amputazione degli arti, abbiamo gironzolato insieme per le vie pechinesi alla volta delle principali attrazioni della città che mi sono ormai così familiari. In cambio di un assaggio di Cina Simone ci ha portato un po’ di sapori italiani: pesto di Prà, salame felino, trofie, parmigiano… Ma il vero valore aggiunto è stata la sua insospettabile arte culinaria. Lo sapevo dotato di certa maestria ai fornelli, ma su suolo straniero ha dato il meglio di sé. E così ogni sera ci siamo sbizzarriti in una sinfonia di piatti che mi ha fatto venire una gran nostalgia dell’Italia: pasta al sugo col salame, spaghetti alla carbonara, penne ai peperoni e melanzane, risotto ai funghi (cinesi). Il tutto innaffiato da vino rosso, cinese o australiano. Purtroppo il suo interesse culinario non si limita alla genuina tavola italiana ma straripa verso i gusti più esotici della cucina orientale, verso i reparti inesplorati del Carrefour. Una sera in preda a pura follia, abbiamo comprato l’anatra arrosto, un contorno di melanzane cinesi immangiabili, e frutta condita con maionese che può sembrare disgustosa ma non era malaccio. Per non parlare del morboso e pericoloso interesse di Simone per tutti i dolciumi cinesi o le sottospecie di frutta candita. Credetemi, la plastica gommosa è meno stomachevole. Per fortuna è ripartito, o mi ritroverei di 90 chili. E’ ripartito ma ha lasciato dietro sé un po’ di voglia di sperimentazione culinaria. Così, quale migliore occasione dell’avere ospiti a casa per preparare una bella torta allo yogurt? Non l’avessi mai fatto. Sono riuscita a sfornare la torta più disgustosa mai mangiata in vita mia. E dire che non era facile sbagliare data la facilità di preparazione Ma non è stata colpa mia, va detto. Tutta colpa del 酵母粉 jiào mǔ fěn, il lievito. Ah, come mi manca il caro, buono, innocente Pane degli Angeli! Il酵母粉 invece è diabolico e insidioso. Come potevo sapere che la torta avrebbe dovuto lievitare fuori dal forno per chissà quante ore prima di essere cotta? Il risultato? Una torta cotta fuori, cruda dentro e non lievitata, in poche parole un disastro. Un disastro che si è palesato in tutto il suo orrore solo una volta servito sui piatti degli ospiti, cioè Maya l’amichetta di Alice, e la sua mamma. Ero così contenta di aver fatto la mia prima torta cinese… Ma non mi do per vinta, domani la rifarò, questa volta con una quantità non precisata di un nuovo ingrediente sul cui pacchetto da ben 500gr è riportata in più lingue la dicitura “lievito istantaneo”. Questa volta sarò più fortunata?

4 commenti:

nonna Paola ha detto...

La prossima volta ti porterò io il lievito bertolini... e perché no? anche la farina! baci a tutti e tre

Unknown ha detto...

Mi spieghi come fai a scrivere in cinese con il computer? Hai la tastiera universale? Mi sa che sono segni indecifrabili... come viene viene, o no! Ciao.

Unknown ha detto...

Dimenticavo: nella foto Simone è quello in mezzo, vero?
Simpaticissimo.

Simone Caviglia ha detto...

ahaha ma io la voglio quella fotoo!!! be' dai non darti per vinta..i migliori piatti sono nati dopo innumerevoli disastri. Chissà che sperimentando tu non scopra un nuovo sapore sconosciuto??