venerdì 21 agosto 2009

Il cielo in una stanza


Quando sei qui con me
questa stanza non ha più pareti
ma alberi,
alberi infiniti...

Il soggiorno al Bloo Lagoon Resort è stato piuttosto particolare, potrei definirlo “a contatto con la natura”. Mai come stavolta siamo stati all’aria aperta! E non è una metafora: la nostra favolosa casa al mare non aveva le pareti…e voi che criticate il mio loft a Milano senza divisori tra le stanze! Qui si parla di “involucro esterno”, per dirla da architetto! Avete capito bene, no muri, o almeno giusto un paio, tutto aperto, solo una grande e materna copertura balinese in legno e paglia. Quando si dice almeno avevo un tetto sulla testa! Risolto alla grande il problema degli infissi, tutti quei noiosi vetri da lavare…tutte quelle polverose tende da portare in tintoria…ma facciamola circolare ‘sta brezza marina! Cosa sono queste inutili barriere architettoniche, muri, porte, finestre…via tutto! E naturalmente chiappe al vento anche in bagno! Via il muro, via il tabù. Che incanto stare in trono guardando il mare col sole in faccia, che goduria fare la doccia sotto una cascata di fiori e piante rampicanti. E poi quanti amici: ranocchie che saltellano tutte le sere fuori dall’uscio, un gatto arancione ormai di casa, un geco che abita in cucina. Tutto molto bucolico, ma il problema è che quando vieni dalla città ce l’hai dentro, sei marchiato. E allora, mentre ti lavi i denti speri che il prurito che senti non sia un ragnaccio peloso su per la gamba, o mentre fai la doccia ti auguri che il gigantesco bombo nero che ti svolacchia attorno si limiti a succhiare il nettare di quel fiore, o mentre cerchi disperatamente di dormire nel frastuono assordante dei grilli preghi di non svegliarti l’indomani con una rana nel letto! Il pensiero va dritto, non me ne voglia, a mio cognato Marco che a casa nostra (open space, vi ricordo) affronta il sonno con ardore da battaglia: armato di mascherina nera sugli occhi, tappi nelle orecchie e concentrazione zen, lui non si addormenta, cade svenuto dopo ore di insonnia. A me è toccata la stessa sorte la prima notte: avvoltolata nelle lenzuola come un bozzolo ho aspettato che il sonno vincesse l’aracnofobia.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ragnacci????? Mi a nu vegnu! Ciao.

vale b ha detto...

Allora, chiariamo una cosa: le chiappe al vento io le ho avute per tre anni nel bagno di sotto di casa!!! E non solo quelle!!!