venerdì 16 ottobre 2009

LuoYang a pieni polmoni

Mentre la mia dolce metà è impegnata con calma zen a sedare la piccola Alice, in attesa dell'avvicinarsi del suo primo giorno di scuola, eccomi nuovamente sul treno, questa volta a LuoYang, secolare capitale Cinese. La città è molto diversa da Pechino e anche se più piccola (i classici 6 milioni di abitanti) è molto più congestionata. Lo smog è a livelli davvero elevati e gli automobilisti, tassisti soprattutto, posano la mano sul clacson in modo così frequente e molesto, che il rumore per strada è assordante. E come se non bastasse ci sono continui scoppiettii misteriosi che ricordano i fuochi d'artificio, anche se il capodanno cinese è ancora lontano. Meno sporca di ZhengZhou, è comunque una città dai caratteri fortemente cinesi. Parlano più inglese le giovani cassiere del McDonald che le receptionist dell'albergo internazionale dove mi trovo, che di internazionale ha solo il nome. Le strade formicolano di biciclette elettriche, carretti a pedali stracolmi di ogni cosa, dalla spazzatura ai generi alimentari, ovunque ci sono banchetti che vendono vestiti, cuociono spiedini, promettono piccole riparazioni o offrono massaggi.
La mattina, in compagnia di Fei e Bai, i colleghi cinesi, abbiamo preso un taxi che ci ha condotto nello sterrato fino al cantiere della nuova stazione, circondata da baracche probabilmente costruite dagli operai che, arrivando da tutta la Cina, si sistemano alla meglio con le loro famiglie. Sul treno ci accoglie subito una spiacevole sorpresa: in attesa di riparare il generatore di corrente di cui è previsto il treno, è stato piazzato un generatore di alternata a scoppio (come i motorini per illuminare le bancarelle nei mercatini, per intenderci) direttamente all'interno del treno, che viene rabboccato periodicamente senza imbuto facendo tracimare la benzina sul pavimento. Tutto questo mi fa riflettere molto su una dote che ho imparato a riconoscere nei cinesi: sono sempre pieni di inventiva nel risolvere una situazione di stallo, nel modo più semplice e rapido, ovviamente senza porsi quesiti sulle conseguenze.
Abbiamo appena terminato il nostro lavoro, quando il monossido di carbonio comincia a farsi sentire. O forse il mal di testa è dovuto solo al fatto di aver saltato il pranzo. Per la cena però Fei ci promette di portarci in un ristorante di cucina tipica dell'Henan, la regione in cui si trova LuoYang. Io sono entusiasta perchè mi piacerebbe imparare ad apprezzare la cucina delle diverse regioni cinese, un po' come conoscere le differenze tra la cucina toscana, romagnola, romana... Fei si fa consigliare dal tassista qualche ristorante locale, anche se durante il tragitto a me sembra che stiano discutendo molto animatamente. Il ristorante è in centro ed è molto famoso, perchè ci vengono molti turisti cinesi, che fanno anche le foto ai piatti. La cucina tipica prevede solo piatti a base di zuppa, molto ricchi e brodosi. Ne prendiamo tre diversi che come usanza vengono messi al centro e divisi. Il gusto è buono, ma cosa c'era dentro? Tofu, peperoncino, verdure, funghi, fegato, cervello ... solo dopo scopro, ma meglio così! Fei, che è un cinese molto tradizionalista, insiste per offrire, visto che ci ha invitati lui, pagando l'intero importo di 4 euro.
Oggi mi aspetta una piccola ricompensa alla dura giornata di ieri. Essendoci un'ispezione governativa sulla linea siamo tutti liberi e con Antonio ci apprestiamo a visitare le famose grotte di Longmen, qui nei pressi.

3 commenti:

emigrante ha detto...

Errata corrige: la mia calma NON è calma...e tantomeno ZEN!

bettina ha detto...

mauri, ma dove ti hanno mandato, peggio che in miniera, senza mangiare e in quelle condizioni,io credevo andassi in situazioni ad alta tecnologia e invece guarda questi che fanno! sei sempre il nostro mito...ritornerai piu forte di prima...

wonderwho ha detto...

paolinaa ma quindi lavori!!!