giovedì 12 novembre 2009

La squola

La nostra routine pechinese è ripresa senza troppi scossoni.
Alice è tornata a scuola anche se continua a sostenere che non ci siano il pavimento, il soffitto, i giochi e neppure i maestri, solo i bambini. Insomma una scuola in via dei Matti numero zero. Per fortuna non le credo.
Una scuola di matti, ma molto carina. Quando la mattina lascio Alice a scuola non si può certo dire che faccia i salti dalla gioia, ma quando la vado a riprendere è sempre molto serena e sorridente. Ovviamente a qualsiasi interrogativo su cosa faccia o mangi la risposta sarà sempre “niente”, ma che volete…
La cosa più interessante della scuola è l’analisi sociologica che faccio tutti i giorni all’orario di uscita. Riesco ad astrarmi totalmente, tanto non capisco una parola di ciò che si dice. Cinese? Lasciamo stare, sono solo alla lezione del “Come ti chiami?”. Inglese? Fluente, molto fluente, troppo fluente per me. Quindi interagire è davvero difficile. Come ammazzare quel solito quarto d’ora di anticipo nell’attesa che esca Alice? Mi faccio dei viaggi mentali meravigliosi. La categoria di mamme è decisamente variegata.
La mamma per finta, cioè la sostituta della mamma, ovvero l’ayi è riconoscibilissima al primo sguardo. Si tratta di una figura tipicamente cinese, è la baby-sitter venuta dalla campagna per far fortuna in città. Solitamente è piccola di statura e di carnagione piuttosto scura. A volta un po’ anzianotta, più nonna che mamma. E’ vestita imbottita, perché l’ayi è saggia e sa come combattere il freddo. I bambini accompagnati dalla ayi hanno i pantaloni da neve sotto l’uniforme, quelli per andare a sciare per intenderci. E sono sicura che li indossano anche in classe, perché l’ayi ha detto così. L’ayi va a prendere il bambino con la sporta, solitamente arance e verdure, un sacco di verdure, che fanno bene.
Diametralmente opposto al crocchietto delle simpatiche ayi è quello delle mamme glamour. Uau, sono fantastiche. Vestite a Milano, incarnano il fascino della donna asiatica misto alla dinamicità della donna occidentale. Non credo siano cinesi, piuttosto malesi e hanno più di un figlio. Parlano fluentemente cinese, poi si voltano e continuano in inglese col nuovo interlocutore. Che meraviglia. E non si scompongono neppure col freddo pungente. Di sicuro non si vestono a strati, non hanno l’ombrello e restano glamour anche sotto un metro di neve.
Per finire… ci sono io. Certo non spicco per qualità estetiche, soprattutto in questi giorni di neve. Indosso tutti abiti Silk Market, con le conseguenze del caso: scarpe infradiciate, cappello con pon pon, giacca finto Gore-Tex. Uno scandalo. Per non parlare dei capelli che non taglio da otto, dico otto lunghissimi mesi. Una zazzera informe.

Ayi o glamour? Fate voi…

6 commenti:

vale b ha detto...

Quasi come portare i figli in piscina a Milano: da una parte le baby sitter asiatiche, dall'altra le mamme fescion con la messa in piega. Ayi o glamour anche qui.

nonna Paola ha detto...

Torna al silk market e compra un maxi giaccone... Attenta al freddo!La fantasia di Alice non ha confini! Splendido! Continua a sognare piccolina!

nonna Paola ha detto...

Ch si distingue è sempre glamour Baci

emigrante ha detto...

...in fondo hai ragione!

vale b ha detto...

Come sta la zazzera?
Ah, comunque Ayi... ora e sempre!!!

Unknown ha detto...

Ciao Paola! Ci siamo sempre, non ci siamo dimenticati di voi, anzi!
Gustavo è un fan sfegatato del tuo blog, e ti segue costantemente; io, ahimè, per mancanza di tempo sono meno assidua...perdono! Comunque hai tutta la mia solidarietà contro le odiosissime seguaci della Kinsella! Per quanto riguarda i capelli, dalle foto sembrano OK! Sai che qui sono sempre più frequentati (dalle italiane) i parrucchieri cinesi? Per la proprietà transitiva, te tocca un taglio pechinese! :-)
Ti mando un fortissimo abbraccio, ci mancate tantooooo....

p.s. ho smarrito il tuo indirizzo mail; mi scrivi? Baci!