sabato 23 gennaio 2010

Come mi piace il mandarino

Dopo la scottatura con la laoshi, la mia ricerca di una scuola di mandarino è diventata un must. Con certosina solerzia ho battuto tutte le scuole dei dintorni e in molti mi hanno additato come la pazza che setaccia il quartiere in cerca di chissà che cosa. Jianwai Soho non ha più segreti per me. Mi sono intrufolata in tre scuole concentrate a pochi passi l’una dall’altra, senza ovviamente uno straccio di appuntamento. Le ho passate al vaglio peggio di un metal detector, le ho analizzate, classificate, valutate e alla fine ho stilato un dettagliato raffronto formato Excel. E’ vero, sono una maniaca compulsiva. Persino le remore sul mio stentato inglese sono crollate di colpo e con un bel chissenefrega ho infranto parecchi tabù.
Ma procediamo con ordine. Il primo obiettivo preso d’assalto è stata la scuola Frontiers. Ok, il nome fa un po’ ridere e il sito è pieno di belle pupe che tutto fan pensare tranne che a studiare il mandarino. Tuttavia, cosa avevo da perdere? Salgo al 7° piano del grattacielo n°9 in Jianwai Soho e mi trovo in uno spazio bianco e carino dove mi accoglie una sorridente cinesina. C’è una cucina a vista dove un ragazzo di colore, forse il terzo che vedo in Cina, si sta preparando il caffè, americano s’intende (parlo del caffè). Bene, ottime premesse. Poi, la catastrofe: la segretaria, che fuor di dubbio non è in grado di valutare il mio livello di preparazione, mi catapulta in un’aula dove è in corso una lezione. Panico: sono su Marte? Mi assale il dubbio di non aver studiato cinese finora… Una radio mal sintonizzata, nel fruscio acchiappo solo una parola qui e là. Poco male, semplicemente si tratta di un corso troppo avanzato. Ma la noia che si respira e la netta sensazione di non essere la sola su Marte, mi mettono il malumore…
Basta così, passo ad altro grattacielo e altra scuola, la Chinese Language Education. L’atmosfera è tutt’altro che informale, sembra l'ufficio di una multinazionale, con segretarie in uniforme e bandiere alle pareti a perenne memento che qui non si scherza, QUI si viene a studiare cinese da TUTTO il mondo! Dopo una lunga disquisizione con la cortese signorina che mi canta le lodi della magione, arriviamo al punto del consueto test sul mio livello di preparazione. Mi accingo al dialogo nella lingua di Mao quando la signorina si alza e scompare per un buon quarto d’ora. Boh? Torna con un plico di fogli stampati, fitti fitti di caratteri cinesi. La guardo incredula e le dico, forse per la terza volta da quando sono entrata, che finora ho studiato solo il pinyin. Sì beh, se mi sforzo un po’, forse riconosco rén (persona) e (grande), ma signorina non si faccia illusioni, sicuramente non padroneggio i 500 ideogrammi richiesti dal test! I’m sorry, only pinyin! Le dico per la quarta volta, onde evitare ulteriori fraintendimenti. Scompare per un altro quarto d’ora. Ormai sopraffatta dalla noia dell’attesa, mi accascio sulla sedia e aspetto. Sussulto quando la signorina rientra nella stanza e mi ficca sotto il naso altri fogli, in caratteri cinesi of corse, e tutta gongolante mi comunica che devo sapere “solo” 200 caratteri cinesi per affrontare il test. Ma ditemelo... sono su Candid Camera??? Me lo chiedo spesso da quando sto a Pechino…
Comunque, chi la dura la vince! Solo ieri sono approdata in quella che sarà la mia scuola, il Mandarin Education Center. Si tengono corsi di lingua, di strumenti musicali tradizionali cinesi, di calligrafia… Si fanno attività culturali nel weekend, si impara a cucinare i jiaozi, si organizzano gite alla Grande Muraglia, alla Città Proibita e al Palazzo d’Estate… La lezione di prova è stata fantastica, la maestra gioviale e sorridente ha versato il the a tutti prima di cominciare. Ho conosciuto Ralph, uno studente coreano cresciuto in Australia e John proveniente dalla nobile Inghilterra. Nella pausa la laoshi ci ha raccontato che eravamo nel giorno 8 del mese di Dicembre del Calendario cinese: la festa del La Ba, “l’ultimo 8” dell’anno! E siccome l’8 è il numero fortunato, festa propiziatoria celebrata mangiando un porridge di buon auspicio, preparato con 8 diversi tipi di grano e di noccioline.
Una piccola scuola senza troppe pretese e dalla calda atmosfera familiare.

Proprio quello che cercavo, proprio quello che mi serve ora.
Comincio lunedì.

2 commenti:

nonna Paola ha detto...

Com'è andata la prima lezione? Raccontalo. Baci

vale b ha detto...

voglio venire a studiare il violino cinese!