lunedì 29 marzo 2010

L’eleganza del tè verde


Stavolta il mio petulante programma è stato leggermente riattato, causa alcune sfighe occorse lungo il cammino. L’unica degna di nota: l’impossibilità di reperire i biglietti per il Museo Ghibli. La famigerata tecnologia giapponese è venuta meno proprio nel momento del bisogno: una deplorevole negazione dei privilegi della rete, della possibilità di acquistare i biglietti on-line con largo anticipo, comodamente spaparanzati sul sofà. Così ai poveri giapponesi, e a noi di conseguenza, tocca errare per la città alla ricerca di un Lawson, un noto supermercato, dove una macchinetta infernale e dannatamente ostile sputerà fuori l’agognato lasciapassare per il mondo di Totoro. Sputerà fuori il biglietto certo, solo se lo meriterete. Nel nostro caso niente da fare, tutto sold out. Io porto pazienza, ma signori miei, facciamo che il biglietto del museo si compra al museo, la frutta dal fruttivendolo e il giornale dal giornalaio. Che io sappia, nel resto del mondo va così, e mi sembra funzionare alla grande.
Una volta incassato il duro colpo dell’addio a Miyazaki, ci siamo tuffati nell’avventura nipponica. Il meteo annunciava per sabato una giornata di splendido sole, così decidiamo di fare la nostra gita giornaliera a Kawagoe, la cittadina nei pressi di Tokyo conosciuta come la piccola Edo. Certo, nella mia mente mi figuravo donnine in kimono, samurai a cavallo e combattenti ninjia sui tetti. Ma forse la mia immaginazione è un tantino fervida. In effetti ci sono l’asfalto, le auto e persino la corrente elettrica, peccato. Ad ogni modo Kawagoe è davvero affascinante e merita una visita. Dopo aver gironzolato nei pressi del famoso Kita-in Temple, ci siamo addentrati nella tranquilla atmosfera del Naka-in Temple. Qui la natura è deliziosa, nei colori e nei profumi dei fiori, e pare che questo sia il luogo di origine del Kawagoe tea e del Sayama tea il cui uso medicinale risale al lontano 828 AD, periodo della costruzione del tempio. La buona sorte stavolta ha giocato a nostro favore, infatti mi sono casualmente imbattuta in un’amabile signora in kimono che mi ha invitata ad entrare nella sua sala da tè per un assaggio di tè verde. La curiosità ha vinto l’iniziale reticenza e, dopo i convenevoli del caso, la nostra famigliola si è accomodata sul tatami ad ammirare i lenti e delicati gesti della nostra ospite, impegnata nella preparazione del tè. Dopo una veloce ricerca fatta a posteriori, ho capito meglio l’uso e il nome degli utensili che mi si paravano dinnanzi in tutta la oro eleganza. L’acqua per il tè è contenuta nel bollitore (kama) la cui collocazione cambia a seconda delle stagioni: in autunno e inverno è posto in una buca di forma quadrata (ro, fornace), ricavata in uno dei tatami che formano il pavimento, in primavera ed estate in un braciere (furo) appoggiato sul tatami. Siccome si era agli albori della primavera, abbiamo assistito all’uso del ro, con il bollitore sospeso sulla buca quadrata attraverso una lunga catena. La cara signora Momoko (sorry, il vero nome l’ho scordato) ha mescolato il tè verde polverizzato (matcha) con l’acqua, usando l’apposito frullino di bambù (chasen) che fa tanto pensare al pennello da barba di nonno Adri. Il tè, a seguito dello sbattimento dell'acqua col frullino durante la preparazione, si ricopre di una sottile schiuma di una tonalità particolarmente piacevole e che si intona coi colori della tazza. A questo punto si procede con la degustazione. Maurizio affrontata la cosa di petto e, bevendo dall’amaro calice, esprime il suo ultimo desiderio. Io invece, sono così affascinata da cotanta eleganza che neppure mi accorgo del sapore amarissimo, per non dire disgustoso (senza offesa) del tè. Fortuna vuole che il tè si accompagni sempre a qualche dolcetto. Questa volta alcuni deliziosi zuccherini a forma di sakura, il fiore del ciliegio, hanno addolcito Alice.
Insomma, la magia della cerimonia del tè rapisce anche i bambini.
C’è da non crederci.

1 commento:

nonna Paola ha detto...

difficile il commento e per il contenuto scritto, e per la difficoltà di accedervi! Alice si è divertita? Approvo. Baci