martedì 27 aprile 2010

Maledetta primavera

Buon compleanno a Simone che dice che viene a Pechino e non viene mai!

Ho deciso che sono guarita. Dopo due giorni a letto, ho fatto un patto con la Strega del Mare: le ho ceduto la mia voce in cambio di un paio di gambe per gironzolare con Vale per Pechino. La Strega mi ha lasciato completamente afona per un giorno, poi, mossa a pietà o stufa di sentire la mia petulante voce, me l’ha restituita, forse un po’ malconcia e stropicciata, ma sempre meglio che niente. Ora mi affligge solo una impertinente tosse asinina. Ma che volete, quando si passa dal maglione di lana, alle maniche corte e poi di nuovo al passamontagna… le conseguenze potrebbero essere assai peggiori! Oggi ho imparato le 4 stagioni in cinese, finalmente posso esprimere appieno il mio sottile disappunto per la sparizione della Primavera dal calendario di Beijing. Dov’è finita? Boh, scomparsa. Pare che qust’anno il tempo sia tài qí guài la!, troppo strano! Ad ogni modo, il tempo passa e la mèimei si è giustamente rotta di aspettare la Primavera e ha deciso di ripartire per l’Italia. Ancora non ho sue notizie ma, a meno di un sequestro a Mosca o di una nube di fuliggine a Milano, dovrebbe essere giunta a destinazione sana e salva. Sul sana, avrei dei dubbi, visto il lazzaretto che si è lasciata alle spalle… Ad ogni modo pare che anche questa volta la sua esperienza pechinese non sia stata infruttuosa. E’ arrivata con un èrhú ed è ripartita con un èrhú (sempre lo stesso), un mandolino (errata corrige: ukulele) hawaiano e uno xun, l’ocarina cinese in terracotta. Il problema è che la batteria non entrava in valigia…colpa della grancassa. Mentre Vale si cimentava nella scelta dello “strumento musicale dell’anno” io mi accingevo, in quel del Panjayuan, all’acquisto dell’ennesima testa di Budda. Che volete, a ciascuno le sue passioni. Manie compulsive a parte, abbiamo fatto tante belle cose insieme. Tra shopping e sane mangiate, non sono mancati il Chaoyang Theatre con Alice e i nonni, Tian’an men Square, il 798 e due bei massaggi alle fette. Cosa si può volere di più dalla vita? La Primavera, forse?

2 commenti:

vale b ha detto...

Si chiama ukulele. A Mosca volevo comprare una balalajka, ma al duty free non l'avevano. Adesso la prossima task sarà "trova un posto al mercatino musicale". E se imparassi a suonare anche il mandolino cinese?

emigrante ha detto...

Opsss, ma dove ho la testa? Dentro una campana tibetana?