giovedì 16 settembre 2010

Ritorno ad Oriente

Le nostre mirabolanti avventure nell’emisfero australe sono ormai finite e noi siamo tornati alla nostra vita pechinese, soddisfatti ma con un po’ di nostalgia nel cuore. Qui tutto è rimasto com’era, o quasi. La nostra vita sociale, a parte qualche sporadica uscita, si svolge ormai esclusivamente nel parchetto di casa, un microcosmo davvero singolare. Si incontrano persone interessanti, anche se è un tantino irritante il fatto che gironzolino per il parco in pigiama. No, non tute da ginnastica o camicie che sembrano pigiami, no proprio pigiami con tanto di pizzi, merletti, orsetti ricamati che fanno la nanna. Non che abbia pregiudizi sulla moda altrui, per carità. E’ che fa tanto manicomio, o casa di cura per anziani… Ma che vogliamo farci, la Cina è anche questo. Nel frattempo Alice ha ripreso la scuola, con tanto entusiasmo e alcune novità. L’amato maestro Tom è purtroppo tornato nella sua Indonesia, Nin lǎoshī ha cambiato classe, solo l’inossidabile Lily tiene salda la bandiera della Primary 4, la classe di Alice. Sempre al loro posto anche la pecora, due conigli e i pulcini. E’ poi arrivata una nuova maestra, aunty Christa, un’enorme, gigantesca, giunonica svizzera che sembra la custodia di Lily. Ma il pezzo forte di quest’anno è il pianoforte! La piccola Alice, come tutte le bambine di buona società, viene educata quotidianamente alla musica classica. Così, mentre Alice si cimenta nell’arte di Chopin, io mi dedico anima e corpo al Mandarino. Le mie prodezze linguistiche si svolgono in uno scenario nuovo, la Cang Jie Mandarin School, che come scenario lascia un po’ a desiderare, ma come scuola funziona alla grande. Tre volte a settimana mi reco in questo vetusto edificio maoista, che dell’epoca di Mao ha mantenuto sia le finiture interne che le puzze dei corridoi. Con un ascensore che funziona un po’ a caso, si sale al 7° piano e si approda alla mia nuova scuola che è una micro-scuola fatta di micro-aule dove le micro-lǎoshī insegnano. Solo la direttrice, la Sig.ra Rottermaier con occhi a mandorla e sguardo torvo, cerca di imporre la sua figura incutendo timore e reverenza su tutte le sue sottoposte, pari a educande soggiogate dalla Madre Badessa. Il tutto è molto comico, almeno ai miei occhi occidentali. Mi piace molto questa scuola perché è genuinamente cinese. Varcata la soglia è consentito parlare SOLO in cinese e TUTTI devono avere un nome cinese. Per la cronaca, d’ora in poi chiamatemi 小梅.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Vogliamo un album delle foto dell'Australia!!!

nonna Paola ha detto...

Ciao "piccola prugna", ti sei appropriata di un un nome bellissimo, dal sapore speciale, se le mie deduzioni non mi ingannano. Io potrei essere Ta mei (naturalmente per la mia... età), mi piacerebbe! Baci alla mia piccolina e a voi tutti, comprese le nuove arrivate!

emigrante ha detto...

Piccola prugna? Acqua, acqua... fuochino...

Unknown ha detto...

...io potrei chiamarmi "Sardina"? Puoi chiedere alla tua cordialissima maestra come sarebbe in cinese?
Certo che fanno di tutto per complicarsi la vita!!!! Baci a tutti voi